Un recente studio condotto dall’Università di Bristol, nel Regno Unito, ha rilevato come il cambiamento climatico rende l’ipotesi di un’estinzione di massa dei mammiferi molto più vicina rispetto a quanto gli scienziati credessero in precedenza. Per raggiungere questo risultato, il gruppo di ricercatori ha utilizzato diversi modelli climatici per prevedere come varierà la vita sulla Terra nel corso dei prossimi anni.



Dalla simulazione è emerso come a causa del cambiamento climatico che aumenta esponenzialmente le temperature di anno in anno, l’estinzione di tutti i mammiferi e delle varie forme di vita presenti sulla terra (quindi anche le piante) avverrà entro circa 250 milioni di anni, con largo anticipo rispetto alle precedenti simulazioni. Concretamente, infatti, gli esseri umani e gli animali negli ultimi secoli si sono evoluti in modo da riuscire a resistere efficientemente alle temperature basse, sviluppando per esempio le pellicce, ma l’evoluzione non è stata altrettanto rapida per quanto riguarda il caldo estremo. Oltre al cambiamento climatico, però, saranno anche i fisiologici aumenti di temperatura e radiazione che si registrano già oggi dal sole e che saranno, tra 250 milioni di anni, superiori del 2,5%.



Il cambiamento climatico e il super continente

Insomma, per via dell’effetto del cambiamento climatico l’estinzione completa della terra arriverà in largo anticipo rispetto a quanto supposto dagli scienziati in passato. Secondo la simulazione, infatti, cambierà completamente la geografia del pianeta, che attraverso i movimenti delle placche tettoniche, si disporrà su di un unico, enorme, continente, in larghissima parte inospitale, chiamato “Pangea Ultima“.

All’interno della Pangea Ultima gli effetti del cambiamento climatico porteranno le temperature ad un minimo di 40/50 gradi, con picchi ben più alti nel corso delle giornate. La conseguenza sarà quella di rendere estremamente difficile per i mammiferi dissipare il calore corporeo grazie al sudore, mentre il caldo renderà anche quasi impossibile accedere ad acqua costante e potabile. Secondo gli scienziati, solamente una percentuale tra il 6 e il 18% della Pangea Ultima sarà abitabile, ma non sarà ovviamente sufficiente ad ospitare tutta la popolazione mondiale, che continua ad aumentare rapidamente. Una soluzione, concludono, ci sarebbe ed è quella di combattere con forza il cambiamento climatico, tardando quell’estinzione di massa perché l’alternativa potrebbe essere quella di avvicinarla ulteriormente.