La vicenda di Giulia, ragazza da anni in lotta contro l’anoressia, è intervenuta per la prima volta in studio a “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di oggi, mercoledì 15 marzo 2023. La giovane ha rivelato di sentirsi meglio rispetto al passato, aggiungendo: “Non voglio dire di essere guarita e non so se guarirò mai completamente. Certo, rivedendo la mia foto da bambina, quella in cui mangio un gelato con gli occhi chiusi, quasi come per assaporarlo meglio, mi chiedo perché sia arrivata a distruggermi e non so se ci siano colpe per questo”.



L’anoressia purtroppo “arriva, ma io non sapevo a cosa andassi incontro. Nel corso degli anni non mi rendevo conto delle conseguenze: in tanti mi avevano avvisato del fatto che avrei potuto fratturarmi le vertebre, ma non me ne capacitavo. Adesso mi hanno detto che rischio la carrozzina, ma io non voglio finirci, amo troppo la vita, il movimento, danzare! Mi hanno operato inserendomi il cemento nelle vertebre. Ne avevo sei rotte in tutto. Ad ogni movimento che compio, mi sembra davvero di avere un mattone nel mio corpo”.



GIULIA E LA SUA LOTTA CONTRO L’ANORESSIA: A “STORIE ITALIANE” INTERVIENE LA MAMMA

Nel programma ha quindi preso la parola in collegamento audiovisivo Nunzia, la mamma di Giulia, dicendo: “Il percorso di mia figlia contro l’anoressia è stato faticoso, tortuoso, lunghissimo, durato quasi vent’anni. Oggi vederla così mi sembra un miracolo. Io, sinceramente, a novembre credevo che non ce l’avrebbe fatta. Ha rasentato più volte il pericolo di vita e in ogni frangente siamo riusciti a tirarla fuori. Io e la mia famiglia siamo un’équipe, l’abbiamo sempre sostenuta. Suo papà è straordinario, la ama tantissimo, e questa è stata forse la nostra forza. Grazie alle strutture Giulia ha acquisito strumenti per superare le difficoltà”.



La donna ha ammesso di avere avuto attimi di debolezza, pensando di cedere il passo all’anoressia: “Negli occhi di Giulia vedevo spegnersi la voglia di vivere e mi sembrava sempre di fare accanimento terapeutico”.