L’azione offensiva dell’Iran deve essere interpretata come puramente dimostrativa, principalmente perché l’attacco non ha provocato danni significativi in Israele. Nonostante l’uso di un gran numero di droni, missili da crociera e missili balistici, la maggior parte di questi è stata intercettata dalle difese aeree israeliane, arrecando danni minimi. Questo suggerisce che l’attacco potrebbe essere stato progettato per mostrare la capacità militare dell’Iran o per rispondere a specifiche azioni israeliane senza causare un conflitto più esteso. La rappresentanza di Teheran presso le Nazioni Unite ha indicato infatti che l’azione era intesa come una risposta legittima e limitata all’aggressione di Israele, suggerendo che l’Iran non cercava un’escalation, ma era pronto a reagire se provocato ulteriormente.



Non sorprende allora il fatto che l’Iran abbia sottolineato che una reazione più dura potrebbe verificarsi se Israele commettesse ulteriori azioni considerate provocatorie dall’Iran, il che implica che l’Iran potrebbe escogitare risposte più severe in caso di ulteriori tensioni. A livello di scenario ipotetico, quali potrebbero essere le reazioni dell’Iran?



In risposta a un’escalation delle tensioni con Israele, l’Iran potrebbe prendere diverse misure sia a livello regionale che globale. Ecco alcuni scenari possibili.

In primo luogo, operazioni militari dirette e indirette nel Medio Oriente. L’Iran potrebbe intensificare gli attacchi tramite gruppi alleati come Hezbollah in Libano, le milizie sciite in Iraq e gli Houthi in Yemen. Questi attacchi potrebbero mirare a interessi israeliani o di alleati degli USA nella regione.

In secondo luogo, a livello di scenario ipotetico similmente a quanto già visto, Teheran potrebbe lanciare ulteriori missili o droni contro obiettivi israeliani, cercando di superare le difese aeree israeliane.



In terzo luogo potrebbe porre in essere azioni diplomatiche e legali esercitando pressione attraverso organizzazioni internazionali. In concreto l’Iran potrebbe cercare di mobilitare un supporto internazionale contro Israele nelle Nazioni Unite o in altre piattaforme internazionali, presentando le sue azioni come difensive e legittime sotto il diritto internazionale.

In quarto luogo, potrebbe certamente incrementare le attività di cyberguerra. L’Iran ha capacità significative in cyberwar e potrebbe lanciare attacchi contro infrastrutture israeliane, come sistemi di comunicazione, reti di energia o sistemi finanziari, per provocare disordine o estrarre informazioni. L’Iran potrebbe anche porre in essere tattiche di natura economica come la manipolazione del mercato del petrolio. Data la sua influenza sui mercati energetici, l’Iran potrebbe utilizzare la sua produzione di petrolio come leva, influenzando i prezzi globali attraverso l’OPEC o azioni unilaterali per mettere pressione sugli alleati di Israele.

In quinto luogo, vista l’estensione di questa guerra, l’Iran potrebbe cercare di rafforzare le alleanze militari con altre nazioni contrarie alla politica statunitense e israeliana, come la Russia o la Siria, per creare un fronte più unito.

Infine è difficile negare che una delle scelte obbligate alle quali l’Iran sarà portata, sarà da un lato quella di incrementare la sua guerra psicologica attraverso i suoi canali statali e affiliati mediatici, per presentare la propria narrativa degli eventi, cercando di guadagnare simpatia e supporto internazionale; e dall’altro di organizzare azioni terroristiche.

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