È triste nel 2023 dover parlare ancora di povertà, e soprattutto di povertà dei bambini. Eppure è emerso come in Europa sia un fenomeno dilagante, in cui è coinvolto anche il nostro Paese. Anzi, ad aver intensificato questo problema è stato soprattutto il periodo della pandemia, che ha fatto sempre più sprofondare nella crisi, con aumento dei costi di servizi e beni primari, aggravata poi successivamente dalla guerra in Ucraina e dal conseguente ulteriore caro vita.
Ad aver posto l’attenzione su questa situazione è stato un recente rapporto “Garantire il Futuro dei Bambini” di Save The Children: sarebbero 19,6 milioni i bambini a rischio povertà. Numeri, questi, che fanno rabbrividire se pensiamo che corrispondono ad un bambino su 4. E l’Italia si posizionerebbe al quinto posto in Europa, con 2 milioni e 851 mila bambini sull’orlo della povertà, dopo Romania, Spagna, Bulgaria e Grecia. I cinque paesi europei, incluso il nostro, non sembrano aver conseguito in maniera ottimale gli obiettivi del programma “Garanzia Infanzia”, lanciato nel 2021 per garantire e favorire l’accesso dei bambini a rischio a servizi educativi per la prima infanzia, assistenza sanitaria, alloggio adeguato e alimentazione sana.
Non solo povertà: esclusione sociale e dispersione scolastica
Fa già specie che l’Unione Europea, considerata una delle più ricche al mondo, mostri livelli così alti di povertà tra i bambini. Eppure, connesse a questa problematica se ne aggiungono anche altre. Pensiamo all’esclusione sociale e alla dispersione scolastica. I bambini che infatti versano in una situazione familiare economica difficile o sono emarginati dal resto della società e dagli stessi coetanei, o sono gli stessi bambini ad auto-emarginarsi. Concentrandoci infatti sulla situazione italiana il 27,2% dei ragazzi tra i 3 e i 17 anni non pratica un’attività sportiva, e anche per quanto riguarda l’accesso alla mensa scolastica, solo a 1 bambino su 2 è garantito nella scuola primaria.
I dati emersi denotano anche come vi sia un’accentuazione della dispersione scolastica, con solo il 13,7% dei bambini che accede agli asili nido pubblici e convenzionati , e tra gli adolescenti i numeri si attestano su +12,7% di ragazzi che lasciano la scuola. Una situazione, questa, che già stava degenerando a partire dal 2017, e che è andata intensificandosi con l’aggravarsi della crisi che ha colpito il nostro Paese.