“Joy sei ai Magazzini, vero?” dico io al telefono. Risposta “dove dovrei essere?!?”. In effetti potevo risparmiarmi una telefonata perché so benissimo che ci sono alcuni eventi a cui non si può rinunciare. E scrivo evento perché il concerto degli Hot Chip ai Magazzini Generali di Milano il 17 marzo scorso aveva proprio quella caratura. Per lo meno per me, per il mio amico Joy e per la folla che a riempito tutto il locale (sold out).
Il gruppo londinese è uno di quei piccoli fenomeni con cui tutti coloro che si interessano di musica prima o poi dovrebbero fare i conti: fanno cantare, fanno ballare, fanno sognare e soprattutto ti fanno amare di averli conosciuti al dispetto di chi non l’ha ancora fatto.
Perché sembra inverosimile che dei personaggi così poco “cool” (il legame tra moda e musica è sempre attuale) sono invece una delle band più “stilose” del pianeta e raccolgono attorno a sé ogni tipologia umana riscontrabile: giovani e meno giovani, rockettari e soggetti da rave, modelle e ragazze dalla porta accanto, coppie in libera uscita e “single” pronti alla nottata.
E se c’è una cosa che questo live milanese ha dimostrato appieno è che gli Hot Chip meritano il loro culto totalmente: in meno di un’ora e mezza hanno presentato un set tiratissimo in cui era impossibile stare fermi e non sentirsi più leggeri.
Gli ultimi due album “Made in the Dark” e “One Life Stand” sono stati quelli più saccheggiati dal gruppo per questo live trascurando volutamente la loro vena intimista maggiormente presente nei lavori precedenti.
Pezzi come “Thieves In The Night”, “One Life Stand”, “Brothers” hanno fatto muovere tutti gli spettatori spostando l’attenzione dall’esecuzione verso il solo puro ballo e regalando a tutti i presenti un vero e proprio bagno di sudore.
Su “Over and Over” il pubblico è esploso saltando e cantando a squarciagola: francamente non mi è sembrato di aver visto una sola testa che non si muovesse sui ritmi frenetici di basso e batteria. E sull’altro singolo dell’album “The Warning”, “Boy From School” l’effetto è stato quasi un coro da stadio: del resto una canzone così può veramente fare cambiare l’umore negativo a qualsiasi persona, anche quella più triste.
I ragazzi di Londra sono sembrati quasi timidi nelle loro movenze e nelle poche parole rivolte al pubblico ma hanno decisamente dato l’impressione di divertirsi molto per tutta la durata della serata.
“We have Love”e “Hold On” hanno infine preparato in misura adeguata tutti i presenti all’inevitabile ritorno della band sul palco per il bis con un finale a mio avviso esplosivo: “I Fell Better”, “No Fit State” e “Ready For The Floor” sono hits per qualsiasi persona dotata di buon gusto.
In chiusura ammetto che anch’io ho apprezzato nel corso degli anni scorsi gli Hot Chip in versione più lenta e minimale ma assaporando in pieno la bellezza delle canzoni in scaletta non posso che applaudire a scena aperta questi splendidi artisti e augurarmi un nuovo tour a breve (questa dovrebbe essere stata l’ultima data invernale).
(Simone Nicastro)