Premessa: Consequence è a mio avviso la più bella canzone degli Anni Zero. Seconda premessa: i Notwist sono uno dei gruppi più importanti attivi sulla scena musicale mondiale in virtù della capacità di questa band di rendere il pop quella sintesi intelligente, melodica, sognante e orecchiabile di generi musicali diversi ma conciliabili.

Ho fatto queste premesse per mettere nero su bianco che per il sottoscritto chi non c’era a questo concerto si è perso uno degli spettacoli più importanti (e indimenticabili) di quest’anno. I Notwist mancavano dal capoluogo lombardo dal 2008 quando presentarono al pubblico del Musicdrome la loro ultima fatica “The Devil, You + Me”, album che gli ha dato l’ennesima consacrazione dopo il capolavoro “cult” di inizio millennio “Neon Golden”.

Da allora i membri del gruppo si sono dati da fare con tutta una serie di progetti paralleli musicali che da sempre accompagnano la storia della band: Lali Puna (in uscita il nuovo album in aprile), Console, Ms John Soda e altri ancora. Il Tunnel è stato preso d’assalto fin dalle 21, ora di apertura del locale, e molte persone che speravano di acquistare il biglietto sul posto sono rimaste in coda deluse.

Nel club affollatissimo poco dopo le 22 il gruppo ha fatto il suo ingresso in un set scenico ridotto al minimo: primo pezzo della serata Boneless con il suo ritmo dinamico e quella armonia così leggera e irresistibile. I Notwist hanno presentato lungo la serata uno show in cui quasi ogni brano è stato riarrangiato privilegiando di volta in volta i diversi aspetti presenti nella loro musica: Pilot, Neon Golden e Pick up the Phone hanno visto il lato elettronico emergere vistosamente rispetto alle versioni da album mentre pezzi come The Devil, You + Me e la strepitosa Gloomy Planets hanno sottolineato, se ancora ce ne fosse bisogno, come la band tedesca sia capace di unire alla verve tipicamente “indie” tutta la dolcezza e l’atmosfera dei migliori componimenti melodici.

I sei componenti del gruppo si sono mossi all’unisono sul palco interpretando alla perfezione il loro ruolo durante ogni esibizione: spettacolo nello spettacolo vedere Martin Gretschmann maneggiare con i telecomandi Wii la propria strumentazione. On Planet Off e Where in This World tratte dall’ultimo lavoro hanno proiettato tutti i presenti in una dimensione trasognata e psichedelica quasi ci si fosse ritrovati improvvisamente nella meravigliosa Berlino anni Novanta.

This Room
da questo punto di vista è stata l’apoteosi del lato dance intellettuale e decadente del gruppo con tutto il pubblico impegnato a farsi spazio per poter saltellare sulle percussioni tipicamente drum’n’bass. Discorso a parte lo merita secondo me il brano Chemicals, tratto dall’album della svolta elettronica Shrink targato anno 1998: in questa canzone c’è in forma primordiale tutta quella genialità che rende oggi i Notwist il gruppo di riferimento di tutta la scena pop elettronica.

La voce di Markus Acher è risultata nel suo essere così fragile e romantica la miglior arma del gruppo nella resa live permettendo agli spettatori un’immedesimazione rara nella girandola di emozioni che questi brani fanno affiorare. Infine, attesa da tutti i presenti, il concerto si è chiuso su quella Consequence che come tutte le grandi canzoni non solo ha acquisito ormai lo status di brano sempre e comunque superiore agli altri, ma trasmette a ogni ascolto qualcosa di splendidamente personale a tutti coloro che la conoscono e la amano: “I’m not in this movie, I’m not in this song. Never. Leave me paralyzed, love. Leave me hypnotized, love”.

 (Simone Nicastro)