A circa due mesi dal sold out all’Alcatraz i Baustelle si riaffacciano dalle parti di Milano con un nuovo concerto; per chi nel mese di aprile non aveva avuto la possibilità di verificare dal vivo la resa del nuovo lavoro del gruppo “I Mistici dell’Occidente” l’occasione è da non perdere.
Non per niente lo spazio estivo del Carroponte a Sesto San Giovanni è veramente gremito come in poche altre occasioni.
Bianconi e soci si presentano sul palco poco dopo le 22 in una formazione a sei con una di quelle canzoni, I Provinciali, che all’epoca rappresentò uno dei manifesti di cosa il gruppo sarebbe diventato da lì a poco nell’immaginario collettivo: i cantori prediletti di un’Italia irriverente, un po’ snob e squisitamente quotidiana di quella invece dipinta solitamente dalla maggior parte degli artisti musicali di moda.
Gli Spietati, Le Rane e San Francesco eseguite tutte nella prima parte dello show riscuotono molto successo tra il pubblico presente dimostrando che, anche se il nuovo lavoro non ha forse reso il gruppo più famoso di prima, ne ha di certo consolidato il successo dopo l’enorme exploit di Amen.
Buona parte delle persone accorse a Sesto San Giovanni in questa serata che sarà ricordata per l’esclusione dell’Italia dai Mondiali del Sudafrica dimostra di conoscere molto bene anche i pezzi più vecchi quali La Canzone del Parco, Beethoven O Chopin o La Moda del Lento introdotta ironicamente dallo stesso Bianconi con la frase “Questa per chi dice che i Baustelle dei primi due dischi erano un’altra cosa”.
Il suono del gruppo si mantiene compatto con poche sbavature prediligendo un effetto più ricercato piuttosto che l’attitudine rock dominante nella turnée di due anni fa .
Non mancano certo brani più tesi come La Guerra è Finita, La Canzone della Rivoluzione e Antropophaus, quest’ultima dedicata dal cantante a Milano in quanto sua città d’adozione, ma l’impressione generale è che quando Bianconi e la band si cimentano in brani quali E.N., la commovente Il Sottoscritto e soprattutto la mai troppo lodata Il Corvo Joe l’obiettivo dello show sia completamente centrato e l’emozioni dello spettacolo siano al loro apice.
Non dimenticando tra l’altro l’esecuzione nel primo bis del concerto di quella I Mistici Dell’Occidente che nella suo essere a metà strada tra De André e Morricone cresce ad ogni ascolto di intensità intellettuale e emotiva.
Il finale è invece dedicato all’euforia del pubblico con l’intramontabile Gomma e l’hit Charlie fa il Surf dove è quasi impossibile vedere qualcuno stare fermo.
I Baustelle sono senza dubbio un gruppo di musicisti in costante sfida con loro stessi tra un passato fatto di canzoni bellissime e un futuro aperto a ogni direzione artistica dove lo spettacolo dal vivo diventa costante prova di cosa e come migliorare e evolvere la propria poetica musicale. Stasera, comunque, il pubblico gli ha scelti decisamente anche per il prossimo futuro come loro beniamini.
(Simone Nicastro)