Alessandro Marrone, responsabile alla Difesa dell’Istituto Affari Internazionali (Iai), sulle pagine del Quotidiano Nazionale ha ragionato sulle possibilità che la Nato si trovi in guerra contro Putin, ritenuto l’attore che con maggiori probabilità potrebbe avere mire espansionistiche. D’altronde, solo pochi giorni fa l’Austria, la Germania e l’Italia, per mezzo del ministro Guido Crosetto, hanno lanciato allarmi simili tra loro, anche se variabilmente catastrofici.



La Germania, per esempio, teme che la guerra tra Nato e Putin scoppierà nell’estate del 2025 e traghetterà l’Occidente nella Terza guerra mondiale. Differentemente, invece, Crosetto pur sottolineando il rischio di un possibile attacco russo, si è detto più fiducioso che il conflitto non arriverà, proponendo, tuttavia, l’istituzione di un esercito di riservisti in Italia. Ipotesi, quest’ultima, che non trova l’accordo di Marrone, il quale sottolinea che “le risorse del bilancio della difesa sono limitate, la riserva non è la soluzione“. Si potrebbe pensare, suggerisce, a rimuovere “le forze armate dai compiti di polizia”, con l’operazione Strade Sicure con la quale si potrebbero “recuperare 5mila unità”, oppure “rendere operative le brigate che [lo] sono solo sulla carta”, ma anche “più addestramento ed esercitazioni”, perché se ci sarà una guerra tra Nato e Putin non sarà facile da combattere.



Marrone: “Contro Putin la Nato vincerebbe”

Soffermandosi proprio su un possibile attacco alla Nato da parte di Putin, Marrone ritiene “la minaccia molto remota“, pur sottolineando che “non può essere esclusa a priori”. Di fatto, la Russia a causa del conflitto in Ucraina “ha subito pesanti perdite di risorse umane e una estesa distruzione di equipaggiamento militare” che potrebbero rendere difficile organizzare un attacco contro l’Occidente, ma come ha dimostrato nella stessa Ucraina “è in grado anche di compiere gesti che vanno oltre le proprie capacità e con poche chance di successo“.



Ipoteticamente, un attacco di Putin alla Nato, secondo Marrone, sarebbe condotto “con una penetrazione rapida di consistenti forze corazzate per occupare il territorio”, mentre il compito dell’Alleanza dovrebbe essere quello di “bloccare sin dall’inizio l’avanzata”. A livello prettamente numerico e militare, l’esperto ritiene che “la quantità e qualità delle forze armate dei 31 Paesi membri è in totale superiore a quella” di Putin, ragione per cui la Nato potrebbe vincere senza troppi problemi, se si dimostrasse, però, “coesa e tempestiva”. Nell’ipotesi che Trump si ritiri dall’Alleanza, invece, Marrone sostiene che “i Paesi europei, con opportuni interventi e investimenti, hanno la capacità di fermare la Russia”, ma nel caso in cui il conflitto “diventasse nucleare, servirebbe l’ombrello di sicurezza americano”.