Crisi del riso, non si arresta il decollo dei prezzi che hanno raggiunto livelli da record e i limiti alle esportazioni imposti nuovamente da parte dell’India a causa di una produzione sempre più limitata dal cambiamento climatico e dalle condizioni meteorologiche estreme. Una situazione preoccupante che aggraverà la fame nel mondo, specialmente in regioni povere dell’Asia e dell’Africa nelle quali la popolazione dipende esclusivamente da questo alimento. Dall’analisi di approfondimento del Financial Times emerge che presto alcune nazioni come ad esempio la Nigeria, già flagellate dall’inflazione, potrebbero dover fare i conti anche con la mancanza di alimenti fondamentali, una volta che il blocco indiano raggiungerà l’apice, potrebbe portare ad una emergenza umanitaria senza precedenti.
Già alla fine di luglio infatti il governo indiano aveva posto uno stop a tutte le esportazioni di riso, in particolare di alcune varietà non basmati, che rappresentano il 40% di tutte le vendite mondiali. Questo perchè i raccolti compromessi dagli eventi climatici estremi hanno fatto aumentare la domanda interna e quindi non ci sono più molte disponibilità per soddisfare le richieste di altri paesi. Presto la crisi del riso potrebbe investire tutto l’occidente con ripercussioni anche sulle economie considerate stabili.
Crisi del riso, altri paesi potrebbero bloccare le esportazioni dopo l’India: tassi di inflazione a rischio
Il cambiamento climatico sta compromettendo l’agricoltura di molti paesi. Specialmente quelli che vivono di monocolture o varietà tipiche che vengono esportate in tutto il mondo. L’aumento dei prezzi. unito ad una minore produzione di raccolto, sta portando un atteggiamento comune di protezionismo nei confronti delle esportazioni internazionali. Non solo riso, ma anche per il grano, già oggetto di problemi nelle relazioni internazionali tra Russia e Occidente ed usato come arma per minacciare una crisi dei prezzi e degli alimenti di base.
Una storia che in base a quanto affermano gli analisti internazionali, si ripete ciclicamente. Secondo l’esperto della holding HSBC, Neumann, altri paesi seguiranno l’esempio dell’India nel conservare le risorse per i consumatori interni. Una situazione che porterà conseguenze ai paesi che hanno basato l’approvvigionamento alimentare sul commercio di scambio con altre nazioni. E questo non farà che aggravare l’aumento dei prezzi ed avere un impatto negativo sui tassi di inflazione che dipendono particolarmente dai costi delle materie prime agricole e dei cereali.