Con un unicum a livello nazionale, l’Università Statale di Milano ha avviato in Lombardia (precisamente nel pavese) la prima sperimentazione sul campo del riso ottenuto con le Tecniche di Evoluzione Assistita – le TEA – con la quale si intende confermare i risultati positivi studiati in laboratorio del 2017 a questa parte. L’azienda agricola scelta dai ricercatori è la Radice Fossati di Mezzana Bigli, protagonista del progetto chiamato ‘RIS8imo’ che – negli ultimi mesi – è passato attraverso un lungo iter tra i banchi del Ministero dell’Ambiente che ha posto il suo sigillo di approvazione sul riso TEA.



L’acronimo sicuramente confonderà molte persone, e partendo proprio da qui vi spieghiamo che si tratta di una serie di tecniche per modificare la struttura biologica e genomica delle coltivazioni – in questo specifico caso il riso – senza inserire un DNA estraneo che le renderebbe a tutti gli effetti delle OMG, proibite a differenza delle TEA. L’obiettivo delle due tecniche rimane immutato: creare una pianta più produttiva e resistente a malattie, cambiamenti climatici e sistemici, in grado di riprodursi autonomamente.



Cos’è il risto TEA: “Coltura migliorata geneticamente per resistere alle malattie”

“Questo riso”, ha spiegato ai microfoni di Lombardia Notizie Federico Radice Fossati, l’agricoltore che si prepara ad accogliere le prime TEA dell’Università milanese, “è stato modificato in modo da renderlo resistente ad una malattia molto importante, la più importante, che è il brusone“. Il riferimento è al fungo Pyricularia oryzae che infetta specificatamente il riso, presente in 85 differenti paesi del mondo e in grado di causare la perdita di circa il 50% del raccolto. Il riso TEA prodotto dall’Università, ha continuato l’agricoltore, “ha già avuto dei risultati positivi in tal senso e oggi lo portiamo in campo per capire se avrà le stesse caratteristiche”.



Sulle Tecniche di Evoluzione Assistita, invece, è intervenuta la docente di Botanica di UniMi Vittoria Brambilla che ha ricordato che servono a “migliorare geneticamente le nostre colture riproducendo i processi naturali con tempi più rapidi”. La ricercatrice, però, ha anche ricordato che nonostante la sperimentazione sul riso TEA avviata in Lombardia sia “un primo passo che potrà velocizzare” l’iter, per ora “non abbiamo ancora nulla di pronto che vada direttamente in commercio, anche perché non ci sono ancora le leggi per venderlo“.