Risolto un vero e proprio “cold case” del Medioevo, che ha fatto luce sulle cause della misteriosa morte di un uomo di 20 anni. Nel cimitero di San Biagio a Cittiglio sono infatti stati rinvenuti dei resti, nella tomba numero 13, che hanno subito catturato l’attenzione degli archeologi perché includevano un cranio segnato da quattro lesioni. Le analisi su questi resti risalenti al Medioevo sono state effettuate con strumenti all’avanguardia, gli stessi che si utilizzano per risolvere i gialli attuali. Sono stati effettuati esami microscopici di tipo qualitativo e quantitativo per indagare le lesioni scheletriche e ricostruirne non solo la natura, ma anche la dinamica dell’evento che ha portato alla morte.



Non indossava l’elmo ed era stato colto di sorpresa” ha spiegato nello studio Chiara Tesi, autrice e ricercatrice del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università dell’Insubria. E ha proseguito ricostruendo che cosa è accaduto a quell’uomo di 20 anni così lontano nel tempo: “era stato colpito una prima volta con un colpo andato ‘a vuoto’ che gli ha lasciato una lieve ferita ‘di striscio’ nella parte superiore del cranio”. Poi, forse tentando la fuga dal suo misterioso aggressore, “la vittima aveva voltato le spalle venendo colpito in rapida successione con altri due colpi” e “infine, forse ridotto allo stremo e ormai a terra in posizione prona, il soggetto veniva terminato dall’assalitore con un colpo perpendicolare al cranio vibrato con violenza nella nuca che ha provocato la morte immediata”.



Risolto cold case del Medioevo: “ipotizziamo premeditazione, è stato ucciso rapidamente”

La risoluzione di questo cold case risalente al Medioevo è stata possibile grazie agli studenti del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università dell’Insubria con la collaborazione del Dipartimento di Preistoria e Antropologia dell’Università di Siena, che ha permesso di ricostruire non solo la causa delle ferite ma anche la dinamica della morte dell’uomo sepolto nel cimitero di San Biagio a Cittiglio tra l’XI e il XIV secolo. Lo studio è stato pubblicato dalla rivista ‘Journal of Archaeological Science: Reports’ e svela ulteriori dettagli sull’uomo di 20 anni.



Non possiamo essere sicuri sulle ragioni che hanno portato alla morte di questo giovane; tuttavia, sepolto in una posizione privilegiata di fronte all’antico accesso alla chiesa, possiamo ipotizzare che l’uomo appartenesse a una famiglia di elevato stato sociale e, forse anche per questo motivo, a maggior rischio di essere assalito – scrive Chiara Tesi nello studio di cui è autrice – Ad ogni modo questo tipo di aggressione mortale, caratterizzata da una forma di violenza finalizzata al rapido annientamento della vittima, ci lascia increduli e ci fa ipotizzare una premeditazione, non certamente il risultato di un semplice movente”.