L’Assemblea generale dell’ONU, nell’anniversario dell’inizio della guerra, ha approvato, con maggioranza di 141 voti su 193, una risoluzione che invita la Russia a ritirarsi “incondizionatamente e immediatamente” dai territori dell’Ucraina con l’obiettivo che si possa raggiungere al più presto una pace che sia “complessiva, giusta e duratura” nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite. L’Italia è stata tra i Paesi che si sono espressi positivamente nei confronti di questa ipotesi, ma non sono mancati i contrari e gli astenuti.



I sette Paesi a votare contro l’interruzione dell’invasione, come riportato dal Corriere della Sera, sono stati Russia, Bielorussia, Siria, Nord Corea, Eritrea, Mali, Nicaragua. Altri 32, invece, hanno preferito non esprimersi. Tra questi c’è la Cina, la cui posizione è stata a lungo discussa nei giorni scorsi. Gli altri, invece, sono per la maggior parte Stati del Sud del mondo, come Sudafrica e India, che non ritengono che il conflitto possa coinvolgerli, in quanto affare dell’Occidente.



Risoluzione Onu: “Russia si ritiri da Ucraina”, il Parere dei Paesi

Già a marzo del 2022, dopo l’inizio della guerra in Ucraina, l’Assemblea generale dell’ONU aveva votato per una risoluzione che invitava la Russia a ritirarsi. Anche in quel caso a partecipare erano stati 193 Paesi. Gli esiti erano stati simili, ad eccezione di Mali e Nicaragua, che si erano astenuti e adesso invece si sono detti contrari. Sei mesi dopo, poi, il numero di Stati favorevoli all’integrità del Paese invaso, dopo la presa di altre quattro regioni, era salito a 143. Adesso c’erano stati alcuni timori sulla possibilità che si scendesse a 135, date le pretese sempre più insistenti di Kiev. Ciò, tuttavia, non è avvenuto.



Intanto, anche alle Nazioni Unite c’è grande attesa nei confronti del “piano per la pace” stilato dalla Cina, che seppure si sia astenuta nelle votazioni sta ricoprendo un ruolo attivo nella questione. Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato di non aver visto ildocumento ma di auspicare un incontro tra i rappresentanti di Pechino e di Kiev: “Sarebbe nel nostro interesse”, queste le sue parole.