La vicepresidente dell’associazione dei costruttori, Vanessa Pesenti che ha guidato la delegazione alle audizioni sulla delega fiscale in commissione Finanze alla Camera, in riferimento alla rimodulazione del bonus casa annunciato che l’Ance è già pronta con un progetto di messa a sistema che comprenda alcuni “aiuti economici” per chi ha “redditi bassi“.



Risparmio energetico e case green: la proposta dell’ANCE

Finché infatti si poteva accedere al superbonus 110%, la platea delle famiglie che avrebbe potuto ottenere la cessione del credito o lo sconto in fattura era più o meno vasta: anche i ceti meno abbienti hanno intrapreso opere edilizie che altrimenti non avrebbero effettuato. Adesso l’intero sistema di welfare per le opere edilizie della casa appare inadeguato, vale a dire che le misure messe in campo non sono in grado di incentivare i contribuenti.



L’idea dell’associazione è quella di fotografare la situazione esistente e da lì procedere con i decreti attuativi attraverso alcune proposte dirette all’attuale esecutivo. L’obiettivo è quello di giungere a una riforma strutturale che si avvalga dei dettagli di un report elaborato in questi giorni e che sarà presentato a breve.

Secondo l’Ance il primo passo potrebbe essere quello di privilegiare gli interventi di ristrutturazione in chiave antisismiche ed energetica di edifici.
La necessità di intervenire sugli interi fabbricati è dovuta al fatto che esistono in Italia interi condomini, soprattutto in alcune zone e in alcuni quartieri di molte metropoli italiane, dove tutte le famiglie hanno un reddito basso e, per questo motivo, è impossibile intervenire economicamente per sostenere opere edili in chiave energetica e antisismica. Se non si intervenisse in questo modo infatti, si arriverebbe al primo traguardo, quello del 2030, con un’Italia a due velocità: una, sicuramente ristretta, fatta da persone che sono riuscite anche in anticipo ad intervenire con le opere di efficientamento energetico e antisismico richieste dalle direttive europee, l’altra è l’Italia che invece non riesce a tenere il passo e che rischia di restare totalmente fuori dalle direttive, qualora queste venissero attuate con decreti ministeriali.



Risparmio energetico e case green: come monitorare i costi per lo Stato?

Poi, come sottolineato anche da Il Sole 24 Ore, abbiamo anche il problema di ottenere una “garanzia di piena copertura, da parte dello stato, dei costi a carico dei soggetti a più bassa capacità reddituale“. E inoltre il terzo elemento è quello legato alla vicenda del superbonus che ha visto progressivamente esplodere i costi a carico dell’erario, andando molto oltre quello che erano le previsioni originarie di spesa. Ciò è avvenuto indubbiamente perché non c’è stata una fotografia dell’Italia e di quello che sarebbe potuto accadere una volta che lo strumento fosse stato esteso a tutti. L’obiettivo è quello di rendere sostenibile nel tempo l’impatto degli incentivi anche attraverso una sorta di sconti a consumo con un plafond annuale col quale modulare la proposta di agevolazioni accompagnate da un monitoraggio del “tiraggio”.
in questa fase bisogna sostenere la domanda di abitazione nuove o incisivamente ristrutturate in chiave energetica che oggi sconta una tassazione più elevata rispetto a quella che si rivolge al mercato dell’usato. Per farlo la proposta di rendere strutturale il bonus case Green del 50% sull’iva attualmente in scadenza a fine 2023. Questa è l’idea dell’Ance che punta anche a tutelare il bene della casa e a stimolare gli investimenti e a prorogare lo split payment che è considerata “una sorta di doccia fredda che peserà sulla situazione finanziaria delle imprese di costruzioni, già alle prese con grave problemi di liquidità dovuti ai ritardi nell’erogazione delle compensazioni per il caro materiali”.

Lo split payment oltre ad essere uno strumento semplificativo è nato per combattere l’evasione dell’IVA e dovrebbe essere inutile vista l’introduzione della fatturazione elettronica. Secondo l’ANCE. la proroga dello split payment andava accompagnata “da una preventiva revisione del sistema della tempistica di rimborsi Iva”.