Entra in vigore domani il regolamento Ue per la riduzione dei consumi di gas, il cosiddetto piano di razionamento che prevede il taglio del 15% dei consumi, ma con deroghe per diversi Paesi, tra cui l’Italia. Si tratta del piano su cui il Consiglio Affari Energia aveva trovato l’accordo politico lo scorso 26 luglio. L’intesa è stata finalizzata venerdì, col voto contrario di Polonia e Ungheria, ma il quorum della maggioranza qualificata raggiunto. Oggi il regolamento è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale europea, quindi sarà in vigore da domani. In realtà, il regolamento Ue ha valenza retroattiva perché tiene conto del periodo 1 agosto 2022-31 marzo 2023.



In questi mesi gli Stati membri sono chiamati a ridurre del 15% i consumi di gas. Questa riduzione è volontaria, ma diventa obbligatoria nel caso in cui il Consiglio Ue decreti l’allerta energetica. In realtà, il 15% è il tetto massimo di riduzione che è stato richiesto. Infatti, ci sono una decina di Paesi, tra cui l’Italia, che possono sfruttare una serie di deroghe che fanno scendere mediamente il taglio obbligatorio di 8 punti percentuali. Ma cosa cambia dal punto di vista pratico?



NUOVE REGOLE RISPARMIO ENERGETICO, COSA CAMBIA IN ITALIA?

In Europa non tutti si fanno trovare pronti per l’inizio dei razionamenti. Ogni Stato membro sta introducendo misure per soddisfare il piano Ue, ma l’Italia non ha un piano vero e proprio. C’è il decreto bollette che impone che l’aria condizionata negli uffici pubblici non scenda al di sotto dei 21 gradi in estate, mentre non deve superare i 27 gradi in inverno il riscaldamento, tenendo già conto dei due gradi di tolleranza. Inoltre, è stato imposto l’uso di dispositivi per affievolire l’intensità luminosa notturna per le luci esterne dei palazzi pubblici. Il fatto che l’Italia non abbia un piano per rispondere alla crisi del gas lo ha rimarcato anche la testata europea Politico, che ha dato un 3 al nostro Paese, dopo aver esaminato i piani nazionali di risparmio energetico. «Nonostante l’Italia sia uno dei Paesi della Ue più dipendenti dal gas russo – con circa il 40% delle forniture importate l’anno scorso – il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani la scorsa settimana ha affermato che non ci saranno misure ‘draconiane’ per ridurre la domanda», hanno scritti gli analisti di Politico. Ma l’Agenzia italiana per le nuove tecnologia, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ha sollecitato il governo per ridurre la domanda.



Le nuove regole sono in vigore in Italia da maggio tramite un emendamento al decreto Bollette voluto da due parlamentari M5s per far fronte al caro energia e per ridurre il consumo di gas. Le nuove regole, però, valgono in tutti gli edifici pubblici ed escludono ospedali, case di cura e tutto ciò che riguarda la sanità pubblica. Con l’entrata in vigore delle nuove regole sono state predisposte anche delle sanzioni, ma non è stato chiarito come funziona la macchina dei controlli. Il compito dovrebbe spettare in teoria agli ispettori del lavoro, che potranno multare le varie amministrazioni pubbliche per una somma variabile dai 500 ai 3mila euro in caso di infrazione delle regole. L’assenza di un piano in Italia sembra una scelta voluta. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato in sede di illustrazione del decreto aiuti bis che al momento non ci sono particolari pericoli in tal senso. «Gli stoccaggi nazionali di gas sono arrivati attorno al 74%, quindi abbiamo ripristinato il trend che ci deve portare al 90% a fine anno. I numeri sul gas non richiedono misure draconiane di razionamento. C’è un quadro instabile a livello internazionale, speriamo che non ci siano peggioramenti. Con i numeri che abbiamo, con gli stoccaggi, con il nostro piano di risparmio e con le diversificazioni, non dovrebbe esserci ragione di fare un razionamento, come probabilmente ci sarà in altri Paesi».

RISPARMIO ENERGETICO UE, COSA CAMBIA ALL’ESTERO

La Spagna è stato il primo Stato membro ad approvare un decreto per il risparmio energetico con temperature massime e minime per il termostato, inoltre i dipendenti pubblici sono stati invitati a togliere la cravatta. Invece le vetrine dei negozi devono staccare le luci alle 2022. La Francia presenterà la sua strategia al rientro dalle vacanze. Ma ha già imposto divieto di pubblicità luminosa e illuminata durante la notte, dall’1 alle 6. Inoltre, gli uffici governativi potranno accendere l’aria condizionata solo se la temperatura interna supera i 26 gradi. In Grecia si è deciso che i condizionatori non possano essere impostati a temperature inferiori a 27 gradi negli edifici pubblici durante l’estate, mentre gli impiegati, a fine giornata, devono spegnere i computer invece di lasciarli in stand-by e modalità risparmio energetico. In Germania le misure sono prese dai singoli land. Ad Hannover e in Bassa Sassonia, ad esempio, è stato decretato lo stop a docce calde per piscine, palestre e centri sportivi. Disponibili solo fredde per evitare sprechi. Le piscine pubbliche smetteranno di essere riscaldate a gas. Gli edifici pubblici non usufruiranno di alcun riscaldamento da aprile a fine settembre di ogni anno, con temperature ambiente limitate a un massimo di 20 gradi per il resto dell’anno. In zone come magazzini, locali tecnici, corridoi, la temperatura massima varia da 10 a 15 gradi. A Lipsia, in Sassonia, monumenti a illuminazione ridotta durante la notte. In Baviera poi è stato disposto lo stop di acqua calda negli uffici distrettuali, la temperatura ambiente negli uffici pubblici sarà ridotta a un massimo di 19 gradi, invece le aree non usate non saranno riscaldate affatto. Durante le vacanze, l’acqua calda sarà spenta in tutte le scuole e l’illuminazione degli edifici comunali sarà spenta. A Berlino ridotta l’intensità di illuminazione dei monumenti.