Il caso relativo alla rissa tra una studentessa, i suoi familiari e il preside per un cellulare sequestrato continua a tenere banco a Latina, dove si trova la scuola. L’episodio risale a lunedì mattina, quando al liceo scientifico Ettore Majorana un docente ha chiesto ad una sua alunna di consegnargli il dispositivo elettronico come previsto da una circolare emanata poco tempo prima, ma quest’ultima si è rifiutata. È dunque scattata una nota sul registro, che però non è stata ben accettata dai genitori della diretta interessata, prontamente avvertiti, al punto che sarebbe scoppiato un parapiglia tra i dirigenti scolastici, il padre, il fratello e un amico della minorenne.



“Il rifiuto di mia figlia – ha spiegato in una lettera il padre, come riportato dal Corriere della Sera, in una lettera – è stato causato dall’irresponsabilità da parte del corpo docenti e dell’istituto in caso di furto o smarrimento, nonostante il dispositivo fosse nelle loro disponibilità. Nonostante si sia offerta di tenere il telefono spento e riposto nello zaino, anziché consegnarlo, dopo aver preso due annotazioni e essere mandata dalla vicepreside, è stata minacciata di venire sospesa nel caso in cui non si fosse “piegata al sistema”. Dopo qualche minuto ho ricevuto una chiamata allarmante da mia figlia, nella quale mi diceva di essere stata intimidita per oltre 20 minuti, alla presenza di molteplici professori”.



Rissa a scuola per cellulare sequestrato: cosa è successo

Le due parti protagonista della rissa nella scuola di Latina per un cellulare sequestrato adesso si accusano a vicenda. “Mio figlio e il suo socio si sono recati a parlare con il preside per chiarire l’avvenimento e quest’ultimo, in preda alla collera, dopo aver minacciato di mettere le mani addosso al socio di mio figlio, lo ha strattonato e solamente in quel momento alcuni docenti sono intervenuti”, ha scritto ancora il padre della studentessa in una lettera, come riportato dal Corriere della Sera.

Una versione che tuttavia l’istituto non ritiene conforme. Il preside Domenico Aversano, infatti, ne ha raccontata una diversa. “Non ero a conoscenza di quanto accaduto in classe, poi sono stato chiamato dal personale di reception in quanto c’erano persone che si erano presentate a scuola urlando, minacciando di chiamare polizia e 118, e affermando che stavamo vessando la studentessa. Individui che hanno avuto un comportamento aggressivo: sono stato aggredito verbalmente e fisicamente, e mi riservo di tutelarmi nelle sedi opportune”, ha dichiarato. La Procura intanto sta procedendo con gli accertamenti del caso.