Un misto di menefreghismo, negazionismo e noncuranza degli inviti della pubblica autorità: questo emerge dallo spiacevole quadro presentato nelle scorse ore dal Messaggero in merito alla rissa (sfiorata) tra Polizia Municipale e giovani che si rifiutavano di indossare le mascherine nei quartieri della movida di Roma. «Io la mascherina non me la metto», urlavano i giovanissimi tampinati dalle pattuglie per far rispettare le regole anti-Covid nel pieno centro della Capitale. Venerdì sera però si è arrivati al punto quasi di rottura dopo i controlli effettuati dai vigili a San Lorenzo, Trastevere, Fontana di Trevi e Ponte Milvio, in ottemperanza alle disposizioni dell’ordinanza del Questore Carmine Esposito. Secondo quanto riporta il Messaggero, citando le fonti della Polizia Municipale, «ma che c… vuoi, ma vallo a di’ a Conte» è stata una delle risposte più “creative” e meno violente alle richieste continue degli agenti. E poi spintoni, pugni e lesioni a pubblico ufficiale (2 agenti feriti) che fanno scattare le denunce ufficiali: dopo la rissa di venerdì però la situazione tra ieri e oggi non sembra migliorare di molto, con alcuni che tengono la mascherina sul braccio e che la indossano solo una volta intimati a farlo dai controlli, altri invece ironizzano ulteriormente sulle regole anti-Covid.
LA RISSA SFIORATA NELLA MOVIDA DI ROMA
«Il Covid non esiste, ma che volete..» avrebbe detto un ragazzo sanzionato in piazza a San Lorenzo dopo aver protestato per la richiesta di indossare la mascherina nei luoghi aperti, a seguito dell’ordinanza Speranza sulla stretta alla movida. «Perché non me posso bere una birra in pace?» e tante altre “risposte” varie alle richieste degli agenti, sempre secondo i racconti degli stessi responsabili della Polizia Municipale dell’area Trastevere. Dopo gli ulteriori controlli tanto sul litorale di Roma quanto nelle altre aree a rischio assembramenti della Capitale, nelle scorse ore è stata chiusa la manifestazione Internazional Street food e sanzionata per il mancato rispetto delle normative nazionali: secondo Il Tempo, gli organizzatori non avrebbero fornito igienizzanti, v’era la mancanza di percorsi separati, ma era anche scarsamente attenzionata lla distanza tra i tavolini.