Ristoranti aperti in zona gialla dal 26 aprile, ma con quali regole? Nel calendario delle riaperture queste sono tra le prime attività che ripartono, anche a cena, ma prima all’aperto, poi al chiuso dal 1° giugno. Le regole per cambiano. I nuovi protocolli sono stati, infatti, approvati dal Comitato tecnico scientifico e prevedono misure più stringenti, che però consentiranno comunque ai ristoranti di tornare a lavorare. Maggiori libertà invece all’aperto. Partiamo dalle distanze dei tavoli. Secondo i nuovi protocolli, bisogna disporli in modo da assicurare almeno 2 metri di separazione tra clienti diversi negli ambienti al chiuso, invece di almeno un metro all’aperto. L’unica eccezione per le persone che non sono soggette al distanziamento, ma in questo caso è importante la responsabilità individuale.



Inoltre, le distanze previste possono essere ridotte, ma solo con barriere fisiche di separazione. Passiamo alle mascherine: non va indossava al tavolo, ma se non si è seduti sì. Bisogna indossarla in ogni occasione in cui ci si muove dal tavolo, ad esempio anche per andare in bagno o uscire dal locale.

RISTORANTI APERTI E BAR: LE REGOLE DA SEGUIRE

Il protocollo per i ristoranti prevede, per quanto riguarda i menu, che venga favorita la consultazione online dello stesso attraverso soluzioni digitali. Le alternative sono due: la prima è proporre dei menu in stampa plastificata, che possono essere igienizzati dopo l’uso; l’alternativa è offrire ai clienti menu cartacei ma usa e getta. Dunque, per alcuni aspetti i nuovi protocolli sui ristoranti aperti ricalcano quelli precedenti. Resta, ad esempio, l’obbligo di disinfettare ogni tavolo prima che arrivino nuovi clienti. Per quanto riguarda invece i bar, dove spesso non ci sono posti a sede, l’ingresso è consentito solo ad un numero limitato di clienti per volta per assicurare la distanza di due mesi. Laddove possibile, bisogna privilegiare l’uso di spazi esterni, nel rispetto del distanziamento di un metro. Due metri per la consumazione al banco, fatta eccezione per quelle persone che non sono soggette al distanziamento.



Si può predisporre una modalità a buffet con somministrazione da parte del personale, impedendo ai clienti di toccare quanto esposto. Quella self-service invece è possibile solo con prodotti confezionati mono-dose, stabilendo un’organizzazione per la quale scongiurare la formazione di assembramenti e trovando misure idonee per garantire il distanziamento di almeno un metro durante la fila.

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