Natale non ha portato pace sulle tavole della ristorazione italiana. Nonostante la festa abbia fatto registrare performance incoraggianti – secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, il 25 dicembre hanno scelto di mangiare fuori casa 5 milioni di persone, per un giro d’affari di 350 milioni di euro -, il 2023 si apre con una polemica tutta focalizzata sull’aumento dei prezzi.
Il punto di partenza della querelle è una lettera che TheFork ha inviato ai ristoranti aderenti al servizio, comunicando un aggiornamento dei listini che crescono del +12,6% a partire dal 1° gennaio 2023. Un rialzo, dice la piattaforma di prenotazioni online, costruito facendo riferimento al tasso di inflazione fornito da Eurostat.
Davanti a questa decisione si è però subito registrata la decisa presa di posizione di Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi: “Dopo due anni di grave emergenza con fatturati drasticamente ridimensionati e debiti in forte crescita – si legge in una nota ufficiale -, la ristorazione si trova da mesi a fronteggiare aumenti straordinari dei prodotti alimentari e dell’energia che solo parzialmente sono stati trasferiti sui listini proprio per non mettere a rischio la fase della ripartenza. In questo contesto arriva l’annuncio di TheFork”, decisa a praticare “un aumento esagerato – rileva Fipe -, che non ha giustificazione né nella dinamica dell’inflazione generale, né tantomeno in quella del settore della ristorazione”. E su questo punto l’associazione invoca la prova dei numeri: “Proprio in questi giorni – dice Fipe -, l’Istat ha indicato nell’8,1% il tasso di inflazione del 2022, mentre i prezzi dei ristoranti sono cresciuti di appena il 4%”.
E da qui, l’appello: “Gli aumenti annunciati da TheFork – dichiara Aldo Cursano, Vicepresidente Vicario di Fipe – sono assolutamente ingiustificati. Imporre rialzi delle commissioni a due cifre mentre i ristoranti faticano ad aggiustare i listini, significa allungare lo stato di difficoltà in cui le imprese ancora si trovano dopo due anni di pandemia e un altro lungo periodo di emergenza energetica. In questo modo si continua ad alimentare una spirale inflazionistica che ha pesanti effetti sul potere di acquisto dei consumatori. Auspichiamo che TheFork tenga conto del quadro di contesto e riconsideri l’adeguamento dei listini”.
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