Dopo il via libera ieri sera nella conferenza Stato-Regioni alle riaperture differenziate (a seconda dell’andamento epidemiologico) dal 18 maggio di bar, ristoranti, parrucchieri e centri estetici, l’attesa ora è tutta per le linee guida di INAIL e del Comitato Tecnico Scientifico che tra giovedì e venerdì dovrebbero presentare le regole ufficiali per la riapertura delle attività. Resta però il nodo della “fattibilità” di tali condizioni e dalle prime reazioni dei gestori non si prevede una semplice attuazione delle regole:



«Se il governo decidesse di distanziare i tavoli di 4 metri lineari l’uno dall’altro, la perdita di posti a sedere sarebbe di 3,5 milioni, ovvero la metà dei 7 milioni attualmente disponibili nei ristoranti italiani», attacca la FIPE (federazione dei ristoratori), ribadendo anche «Se invece si optasse per i due metri di distanza tra i tavoli, senza distanziamento tra i commensali allo stesso tavolo, la perdita sarebbe del 30% dei coperti». A far discutere anche la possibile nuova autocertificazione che potrebbe essere richiesta per dimostrare il grado di parentela-convivenza, «permetterà di allestire tavoli più piccoli risparmiando spazio rispetto ai quattro metri quadri di principio», ribadisce il documento sulle linee guida pronto ad essere varato nelle prossime 48 ore. (agg. di Niccolò Magnani)



LE REGOLE PER BAR E RISTORANTI

Quattro metri quadrati per ogni cliente e due metri tra un tavolo e l’altro: bar e ristoranti nella Fase 2 dovranno fare i conti con questi numeri che imporranno fortissime limitazioni e che potrebbero essere un ostacolo forse insormontabile, soprattutto per i locali più piccoli. D’altronde questi sono i numeri attorno ai quali ruota la ripartenza di bar e ristoranti secondo quanto hanno stabilito i tecnici dell’Inail e gli scienziati dell’Istituto superiore di sanità (ISS) che hanno varato le linee guida per la riapertura dei pubblici esercizi.

Per capire ad esempio quante persone alla volta potranno entrare in bar o ristoranti nella Fase 2, bisognerà dividere per quattro i metri quadrati della superficie complessiva aperta al pubblico, “fatto salvo la possibilità di adozioni di misure organizzative come, ad esempio, le barriere divisorie”.



Questo è uno dei passaggi chiave del ‘Documento tecnico su ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore della ristorazione’, che farà da bussola alle Regioni per le riaperture nel settore attese per il 18 maggio su tutto il territorio nazionale se la curva dei contagi lo consentirà. Il Corriere della Sera presenta le norme essenziali per la tutela della salute e della sicurezza, che però come già accennato potrebbero essere un problema assai serio per molti bar e ristoranti.

RISTORANTI IN FASE 2: LE MISURE PREVISTE

A pagina 6, ad esempio, nel capitolo ‘Misure organizzative, di prevenzione e protezione’ sono elencati i principi fondamentali e si spiega come “la questione del distanziamento sociale assume un aspetto di grande complessità”, perché ovviamente non è possibile stare a tavola con la mascherina e, in presenza di soggetti infetti da Coronavirus, la possibilità di contagio è alta, con possibili ulteriori rischi legati ai flussi d’aria condizionata nei ristoranti che richiedono dunque distanze anche maggiori del solito.

Si dovrà dunque prevedere “il ricambio di aria naturale e la ventilazione dei locali”, anche per i servizi igienici, privilegiare l’uso di spazi all’aperto rispetto ai locali chiusi e rivedere la divisione degli spazi. Questo è il punto più controverso, che ha suscitato la rivolta dei ristoratori e forti polemiche politiche da parte dei governatori regionali, perché i tecnici prevedono la revisione dei locali “con una rimodulazione dei tavoli e dei posti a sedere, garantendo il distanziamento dei tavoli non inferiore a due metri”.

Lo spazio di sicurezza tra un cliente e l’altro non è stata fissato, ma il Comitato tecnico scientifico parla di “una distanza in grado di evitare la trasmissione di droplets”. Le sedie dovranno essere disposte “in maniera da garantire un distanziamento tra i clienti adeguato”. Il servizio a buffet non sarà possibile, i menu cartacei spariranno e i piatti del giorno saranno scritti su lavagne o su fogli monouso. I clienti dovranno indossare le mascherine in fila, alla cassa o quando si muoveranno per andare al bagno. Le casse, ove possibile, saranno potette da una barriera in plexiglass.