Un ristoratore in California ha assunto un finto prete per controllare i suoi dipendenti e fare sì che si confidassero con lui, rivelando ciò che accadeva nel locale. L’obiettivo, come ricostruito da Fanpage, era quello di sanzionare coloro che arrivavano in ritardo oppure che rubavano denaro dalla cassa, ma anche semplicemente quelli che parlavano male del loro datore di lavoro alle sue spalle.



L’uomo aveva pensato di fare leva sulla profonda fede dei suoi dipendenti, che erano per lo più sudafricani. Inizialmente, per questo motivo, avevano confidato al finto prete i loro “peccati”, salvo poi comprendere che c’era qualcosa che non andava. Ai malcapitati che per il ristoratore non si comportavano bene infatti venivano sottratte somme consistenti dallo stipendio, non venivano pagati gli straordinari e venivano assegnati turni di lavoro estenuanti. In alcuni casi gli sarebbero state anche sottratte le mance dei clienti. Da qui la richiesta all’ispettorato del lavoro affinché venisse aperta una indagine, che adesso ha dato i suoi frutti.



Ristoratore assume finto prete per controllare dipendenti: la sentenza

Il caso del ristoratore che in California ha assunto un finto prete per controllare i suoi dipendenti è finito in Tribunale presso il Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti dopo che la Diocesi cattolica di Sacramento ha confermato che il presunto parroco non aveva nulla a che vedere con la Chiesa. I giudici hanno stabilito dunque che il comportamento dell’imprenditore era stato illegale, in quanto aveva violato la privacy dei sudamericani che lavoravano nei suoi locali.

È stato dunque disposto che l’uomo dovrà pagare ai dipendenti vittima del suo raggiro gli stipendi arretrati ed anche un risarcimento danni. Il meccanismo fraudolento è costato caro per cui al ristoratore, colpevole di avere messo in atto delle punizioni illecite nei confronti delle persone che lavoravano con lui.