Sono numeri decisamente interessanti quelli riguardanti la ristorazione, così come testimoniato dal rapporto Fipe-Confcommercio relativo all’anno 2023. Come sottolinea Gambero Rosso, dopo anni di magra, nel 2023 le imprese hanno dichiarato per il 41 per cento che l’annata è stata migliore di quella precedente, che soffriva ancora del covid, inoltre, più del 95% ha aspettative positive per l’anno in corso. In generale crescono investimenti, impiegati e consumi.



«Un rapporto che ha più luci che ombre» spiega Luciano Sbraga, Vice Direttore Generale di Fipe, che parla di un ritorno al 2019, l’ultimo anno pre covid, anche se comunque «la cicatrice resterà». In Italia vi sono oggi 332mila imprese ristorative, con un tasso di crescita in leggera flessione rispetto al 2019 per via di una incertezza imprenditoriale «Sono gli effetti liberalizzazione, ma anche di un settore che subisce inflitrazioni malavitose, malamovida, doveii requisiti professionali non sempre sono verificati e c’è molta improvvisazione» commenta Luciano Sbraga.



RISTORAZIONE, “L’EFFETTO COVID” È PASSATO: PIU’ DI UN MILIONE DI IMPIEGATI

Nel settore sono più di un milione e 70mila le persone impiegate, di cui il 66 per cento come lavoratori dipendenti, a sua volta per il 58% a tempo indeterminato, dato quest’ultimo in crescita dell’1,8 per cento rispetto al 2019. Inoltre degli impiegati nella ristorazione, il 51 per cento sono donne e c’è un gran numero di Under 30 anche se no mancano gli over 50.

La ricerca del personale resta comunque un tema ancora caldo, sottolinea Gambero Rosso ma la situazione sembrerebbe in miglioramento «un paese non può mantenere la cultura del sussidio servono politiche attive per la valorizzazione e il miglioramento delle competenze» dice Luigi Stoppani, presidente di FIPE-Confcommercio, che aggiunge: «Siamo riusciti a inserire anche la ristorazione nel Decreto Flussi, ora aspettiamo i dati settoriali, ma reclamiamo la velocità delle procedure». E ancora: «Il tema del personale nel settore è un fattore chiave, rimangono problemi di carenza di mano d’opera, di competenze, c’è un lento e inesorabile cambiamento di business, la questione orari e riposi con la necessità di combinare esigenze aziendali e qualità della vita».



RISTORAZIONE, “L’EFFETTO COVID” È PASSATO: LA RIPRESA DEGLI INVESTIMENTI E IL VALORE PRODOTTO

Il dato più importante, spiega il numero uno di Fipe è la ripresa degli investimenti nel settore, anche nella digitalizzazione dello stesso. Fra le criticità maggiori le recensioni fake, un fenomeno dilagante che è difficile da arginare. «Il mercato recensioni fasulle produce danni e, chiediamo un intervento che regoli questa pratica» precisa Luigi Calugi: «L’acquisto vendita recensioni false è un fenomeno che uccide le imprese e non solo, bisognerebbe farsene carico con maggiore attenzione».

Gambero Rosso sottolinea il peso economico della ristorazione, che produce un valore aggiunto del 54,1 per cento, maggiore rispetto ad agricoltura e industria alimentare, per un valore totale di 47 miliardi di euro. «In un periodo in cui le città scontano la desertificazione, i pubblici esercizi sono un elemento strategico per la rigenerazione urbana» conclude Luigi Stoppani, sottolineando anche la valenza sociale dei ristoranti e dei locali.