Materie prime d’eccellenza, location esclusive e Stelle Michelin rappresentano senza dubbio elementi distintivi nella valutazione di un ristorante. A questi ‘ingredienti’ però oggi se ne può aggiungere anche un altro: la capacità di valorizzare le differenze. A suggerirlo è l’iniziativa di The Fork, la piattaforma specializzata nella prenotazione online di ristoranti che annuncia di avere accolto tra i suoi aderenti 10 locali dove trovano impiego persone fragili, con disabilità, e dove è possibile mettere a terra percorsi riabilitativi pensati per aiutarle. L’esempio più noto è quello di PizzAut, un progetto di ristorazione pensato per integrare ragazzi autistici nel mondo del lavoro e, non ultimo, per educare la società su questo disturbo. Un progetto fortunatamente tutt’altro che isolato, come dimostrano le altre realtà che hanno già aderito alla proposta di The Fork. In totale, un manipolo di dieci ristoranti che si propongono di diventare pionieri di un vero e proprio movimento sociale, destinato – si spera – a ingrossare presto le proprie file. Ecco, in dettaglio, i nomi di questi locali “d’avanguardia” e dove potrete trovarli.



PizzAut (Milano, Monza) – Nei giorni scorsi presente con il suo truck al Meeting di Rimini, il progetto gastronomico e sociale di Nico Acampora mira a crescere sempre di più per garantire a quanti più ragazzi autistici futuro e dignità.

Jodok Pizza e Cucina (Milano) – Attività di ristorazione che fa capo a Olinda, progetto collettivo nato nel 1996 nel parco dell’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini con la missione di sostenere la riabilitazione di persone con problemi di salute mentale. Jodok ne è una delle emanazioni. Un ristorante-pizzeria ideale per fuggire dall’afa milanese restando in città e gustando pizze gourmet e piatti d’ispirazione mediterranea.



Fiore Cucina in Libertà (Lecco) – Nel 1996 lo stabile ex Wall Street, sede di questa attività, è stato confiscato alla criminalità organizzata e nel 2017 restituito ai cittadini come esercizio di ristorazione dedicato all’inclusione sociale, alla promozione culturale e alla buona cucina, con particolare attenzione a valori quali legalità, accoglienza e inserimento lavorativo di persone svantaggiate. A tavola pizze con impasti e topping ricercati e gustosi.

Le Fonderie Ozanam (Torino) – Fonderie Ozanam è una cooperativa sociale senza scopo di lucro che opera nel mondo della ristorazione da 33 anni e ha come missione formare ragazzi con certificata situazione di svantaggio, gli stessi che ogni giorno lavorano nelle cucine mettendosi alla prova in maniera professionale e divertente. Ne deriva un laboratorio di ricette culinarie che prende vita dalla costante condivisione di idee e che si nutre dei prodotti del proprio orto, sposando un concetto di cucina slow e a km zero. Non mancano pizze perfettamente lievitate.



Antica Riva (Vimercate, MB) – Progetto di ristorazione che punta a formare e integrare persone con disabilità e non. Il menu è stagionale, moderno e d’ispirazione mediterranea e pone grande attenzione alla qualità degli ingredienti dei piatti e delle pizze, realizzate con impasto a base di farina di tipo 1 con germe di grano.

Roots (Modena) – Questo progetto di impresa sociale per donne migranti a Modena è un ristorante, un coworking e uno spazio per eventi. Il menu è stagionale e racconta la storia di chi sta in cucina: ad ora, ospita ricette di origine albanese e nigeriana. Anche la carta dei vini è frutto di una selezione proveniente da produttrici che promuovono esempi di leadership e di imprenditoria femminile in campo vinicolo.

CIM – La Taverna del Castoro (Bologna) – Il ristorante La Taverna del Castoro offre integrazione, formazione e solidarietà promuovendo percorsi di inserimento lavorativo di persone fragili nel mondo della ristorazione. La cucina affonda le sue radici nei prodotti della terra, sapientemente trasformati per la tavola e ispirati alle ricette del territorio.

El Pueblo con Gustamundo (Roma) – Gestito da In Cammino con Gustamundo APS, associazione che punta ad aumentare l’inclusione socio-lavorativa di rifugiati politici, richiedenti asilo e migranti, principalmente attraverso la gastronomia. Dal 2017, attraverso l’omonimo progetto Gustamundo, ha già offerto la possibilità concreta di implementare l’attività ristorativa a uomini e donne già cuochi o ristoratori nei paesi di provenienza, valorizzando le differenti culture in ottica di crescita reciproca.

Moltivolti (Palermo) – Nato nel 2014 da un gruppo di 14 persone provenienti da 8 Paesi, è un progetto pensato e strutturato per offrire dignità, cittadinanza e valore a partire dalla diversità. Nel cuore del quartiere Ballarò, parla di integrazione culturale ed economica, sia nella sua progettualità che nella sua cucina, che si racconta come un caldo abbraccio tra tradizione siciliana e ricette provenienti da diverse aree del mondo, dal Senegal alla Tunisia, dall’Afghanistan alla Palestina.

Locanda dei Buoni e Cattivi (Cagliari) – Progetto di impresa sociale della Fondazione Domus de Luna Onlus. Include nel proprio team ragazzi e giovani mamme che vivono in una condizione di emarginazione e fragilità, alcuni con disabilità e passati difficili, e provenienti da percorsi di autonomia dopo aver vissuto in comunità. Ha ricevuto riconoscimenti, tra gli altri, da Guida Michelin, Slow Food, Gambero Rosso, Touring Club e Accademia Italiana della Cucina.

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