Anche se le nuove cessioni del credito e lo sconto in fattura sono state bloccate dall’ultimo decreto di febbraio, esistono ancora delle persone che hanno intenzione di ottenere quantomeno il 50% di rimborso sulla base del bonus ristrutturazione per poter rifare il tetto. Ma quale contributo economico di tipo edilizio è necessario richiedere per questo tipo d’intervento?



Ristrutturazione tetto: quale contributo economico conviene

Prima di dare una risposta dobbiamo capire a cosa serve effettivamente il tetto di una villetta, di un’abitazione in generale o di un fabbricato. È vero che è fondamentale in quanto protegge dalle intemperie e assicura la stabilità della dimora, per questo motivo è molto utile rifare il tetto anche in funzione di un efficientamento energetico e di un risparmio sensibile in termini di consumo di energia elettrica.



Tuttavia il tetto può essere rifatto anche in funzione di un efficientamento sismico.

Quindi per poter sistemare il tetto, si potrebbe decidere sia di accedere all’ecobonus, sia al bonus ristrutturazione, sia il Sismabonus che al superbonus.

Ristrutturazione tetto: meglio il Superbonus?

L’ecobonus può garantire una detrazione fiscale che va dal 50% al 65%, il bonus ristrutturazione invece comprende una restituzione del 50% delle spese sostenute per un massimo di 96.000 di spesa complessiva.

Il nuovo superbonus invece garantisce una detrazione al 90% spalmata in dieci anni.
Se la scelta da operare è a lungo termine, sicuramente una detrazione al 90% è meglio di una detrazione al 65%. Anche perchè la cifra rimborsata sarà superiore. Ma la valutazione va fatta anche in base all’età del contribuente e alla relativa presenza di eredi. Se dunque la ristrutturazione del tetto è necessaria per migliorare la qualità della vita e la struttura e la stabilità dell’immobile e non si ha il tempo materiale per le asseverazioni e tutta la documentazione prevista per il superbonus, la persona potrebbe decidere anche di ovviare al problema e chiedere un bonus ristrutturazione.