favorevole al centrodestra, che conquista quattro Comuni capoluogo (Latina, Treviso, Sondrio e Imperia) contro i due vinti dal centrosinistra (Brescia e Teramo, qui con l’appoggio dei 5 Stelle). Al ballottaggio finiscono città dell’Italia centrale un tempo appannaggio esclusivo della sinistra, come Ancona, Pisa, Siena e Massa, oltre a Brindisi e Vicenza. Ma il quadro dei risultati non è ovunque così netto.
A Terni, per esempio, vanno al secondo turno due candidati del centrodestra, Orlando Masselli e Stefano Bandecchi (il presidente della Ternana calcio e fondatore dell’università privata Nicolò Cusano, finito in un’inchiesta della Guardia di finanza), e a Massa Francesco Persiani, vicino a Forza Italia e Lega, se la vedrà al ballottaggio contro Romolo Enzo Ricci del centrosinistra, mentre arriva terzo Marco Guidi di Fratelli d’Italia. Centrodestra avanti anche in una roccaforte rossa come Ancona e a un passo da una clamorosa vittoria al primo turno a Pisa, altra città storicamente feudo della sinistra, dove lo spoglio è terminato con una sfida al cardiopalma: il leghista Michele Conti si è fermato al 49,96%, senza quella manciata di voti (nel senso letterale del termine) che potevano dargli la vittoria. Latina è stata strappata alla sinistra da Matilde Celentano, medico, molto vicina a Giorgia Meloni, con un 70 contro 30 che non ammette discussioni.
In generale, dunque, lo scenario uscito dalle elezioni politiche di settembre è confermato. Il centrodestra prevale dove è unito ma stranamente anche dove è diviso, nonostante le previsioni pessimistiche della vigilia. La buona affluenza alle urne (59%) conferma che i risultati del voto di ieri e domenica sono significativi. È interessante analizzare l’esito del Pd di Elly Schlein, che ha vinto nettamente a Brescia, una delle capitali dei cosiddetti “cattolici democratici”. La città lombarda era già in mano al centrosinistra, ma Emilio Del Bono non aveva il profilo di Laura Castelletti, prima donna sindaco della Leonessa, la quale ha fatto una campagna fotocopia delle rivendicazioni della neosegretaria. Non a caso la Schlein l’ha scelta per chiudere la campagna elettorale.
Vuol dire che i moderati del Pd, almeno al momento di votare, non fanno troppe distinzioni e sostengono comunque il partito. Lo stesso fenomeno si può riscontrare a Vicenza, dove la sfida al sindaco uscente Francesco Rucco, vicino a Fratelli d’Italia, è stata portata dal giovane lettiano Giacomo Possamai, astro nascente del Pd veneto. Vicenza andrà al ballottaggio con Possamai in vantaggio su Ruocco (46% contro 44,2) e sono elevate le probabilità che la sinistra strappi alla destra una delle “sacrestie d’Italia”. Tuttavia, la Schlein deve incassare una sconfitta a Cinisello Balsamo, che non sarà capoluogo ma con i suoi 74.500 abitanti è più grossa di Teramo. Nella città dell’hinterland milanese la segretaria del Pd era andata di persona contando di recuperare la forza del partito operaio, ma le è andata male e gli elettori hanno riconfermato il sindaco uscente Giacomo Ghilardi (Lega).
A Brescia come a Vicenza la differenza è fatta dai voti centristi di Renzi e Calenda. Il dato è importante per valutare le mosse dei partiti minori in vista del ballottaggio. Divisi altrove al primo turno, al secondo l’ex terzo polo e il M5s potrebbero convergere sui candidati del centrosinistra per fermare l’avanzata del centrodestra con l’araba fenice del “campo largo”. È successo appena un mese fa a Udine, dove il sindaco leghista Piero Fontanini è stato lasciato a casa. Vittorio Sgarbi sarà il prossimo sindaco di Arpino, in Ciociaria, la patria di Cicerone: il sottosegretario alla Cultura lascerà Sutri. L’ex ministro Claudio Scajola sarà invece primo cittadino di Imperia per il quarto mandato (non consecutivo) con un plebiscitario 62,7%.
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