Non c’erano solo le Elezioni in Svizzera ieri, ma dall’altra parte del mondo la Bolivia si apprestava a nuove Elezioni politiche, le prime incerte dopo 15 anni di “monocolore socialista” del Presidente ricandidato Evo Morales. Ebbene, i primi risultati ancora non definitivi danno la concreta possibilità che il 15 dicembre prossimo si arrivi al ballottaggio tra i primi due candidati: Morales con il suo Movimiento al Socialismo (Mas) in testa con il 45,3% e l’oppositore ed ex Presidente Carlos Mesa della Comunidad Ciudadana, sinistra moderata. Il risultato era atteso ma resta comunque uno “choc” per il “Moralesimo” che ha comandato quasi incontrastato in questi ultimi 15 anni di politica boliviana: il Sud America in generale vive una seconda ondata di crisi strutturale e istituzionale, con il “peronismo” e il “socialismo populista” che tornano in discussione praticamente in ogni Paese. Dagli scontri in Ecuador a quelli del Cile di questi giorni, per non parlare di Venezuela, Argentina e Brasile, anche la Bolivia attraversa una crisi di fiducia nelle gerarchi che l’hanno dominata e comandata negli ultimi 20 anni.
RISULTATI ELEZIONI BOLIVIA 2019: IL “NODO” GOLPE
In questo si inseriscono le Elezioni Presidenziali che a La Paz stanno portando al ballottaggio: nessuno p al di sopra del 50% e nemmeno sopra al 40% ma con un distacco di almeno 10 punti dal secondo classificato. Morales e Mesa dunque si sfideranno, salvo sorpresissime dell’ultim’ora, al secondo turno prima di Natale in un Paese tutt’altro che “sereno” in questa lunga campagna elettorale. Va detto che Morales ha già rivendicato la vittoria del suo partito dicendo di confidare sul fatto che «il mio vantaggio aumenterà quando arriveranno i risultati degli ultimi seggi di località rurali». Di contro Mesa – che già ha parlato di risultato storico – ha denunciato qualche irregolarità specie nel flusso dei risultati che da ieri sera si è interrotto per motivi ancora non ben chiariti. Prima del voto, Morales facendo l’ultimo appello al popolo boliviano, aveva detto che se avesse rivinto le elezioni la «destra farà un golpe contro di me». Di contro Mesa giudica la candidatura stessa del President Morales «incostituzionale e illegittima»; il clima, come si può intuire, è tutt’altro che “ideale” per avvicinarsi al ballottaggio del prossimo 15 dicembre.