Tra un paio di giorni potremo conoscere i risultati italiani delle ormai imminenti Elezioni Europee (che, vi ricordiamo, si terranno in Italia tra domani e domenica 9 giungo 2024) che dovrebbero stravolgere in modo piuttosto sostanziale l’esito del 2019 quando nel nostro paese c’era una fortissima Lega alla guida del centrodestra ora sostituita da un altrettanto forte Fratelli d’Italia: l’ipotesi è che si riprodurrà a grandi linee l’esito delle elezioni politiche del 2022 con una solida maggioranza di voti a favore dei meloniani che nelle Elezioni Europee del 2019 rischiararono di rimanere esclusi dopo il conteggio dei risultati piazzandosi appena sopra alla soglia di sbarramento fissata al 4%.
Rispolverando i libri di storia, infatti, scopriremmo che cinque anni fa il partito di Giorgia Meloni arrivò solamente quinto in Italia con un 6,44% di voti che si tradussero in 6 seggi; mentre il primo partito era la Lega titolare di un ottimo 34,26% (29 seggi) con ben 12 punti di stacco dal Partito democratico che si fermò al 22,74 e a 19 seggi. Completarono i risultati italiani delle Elezioni Europee del 2019 anche il 17,06% del Movimento 5 Stelle, l’8,78% di Forza Italia e lo 0,53% dell’SVP riservato al consigliere del Partito Popolare Suditorelse.
A livello circoscrizionale, Nord-Est, Nord-Ovest e Centro confermarono la top 3 di Lega, Pd e M5s con alcune differenze percentuali non significative, ma sia nel Sud che nelle Isole si scelse come primo partito il Movimento 5 Stelle, spostando i salviniani al secondo posto e i Dem al terzo. Significativo (e destinato anche questo a cambiare, purtroppo in peggio) i risultati sull’affluenza delle Elezioni Europee 2019 che per l’Italia raggiunse il 54,5%: il dato più basso registrato dal 1979.
I RISULTATI DEI 27 PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2019: PPE PRIMA, SEGUITA DA S&D
Come prevede la legge che regola le Elezioni Europee i nostri 76 europarlamentari eletti confluirono dopo l’appuntamento elettorale nei vari gruppi politici europei, contribuendo alla formazione di quella coalizione Ursula che ci ha accompagnati negli ultimi anni politici: alle costitutive del 2019 la Lega scelse di associarsi ad Identità e Democrazia, mentre i forzisti e l’eletto di SVP confluirono nel PPE e i meloniani nei conservatori e riformisti dell’ECR. Il PD (quasi ovviamente) scelse il gruppo S&D mentre il gruppo italiano delle Elezioni Europee 2019 si completò con i 14 pentastellati che non si iscrissero in nessun gruppo.
Sempre alla costitutiva del 2019 – unendo i risultati alle elezioni Europee di tutti i 27 paesi membri – il PPE ottenne il 24,23% dei seggi, seguito dai Dem di S&D al 20,51%, da Renew Europe al 14,38% e poi, ancora, dai Verdi al 9,85%, da ID al 9,26%, da ECR all’8,26% e da GUE/NGL al 5,46% mentre complessivamente ci fu il 7,59% di deputati che non si iscrissero in alcun gruppo. Ad oggi, invece, dopo la riduzione dei seggi del Parlamento i risultati delle Elezioni Europee 2019 sono stati leggermente rivisti, con il PPE stabile al 24,96% ma un S&D crollato al 19,71; Renew ha conservato il 14,46 e i Verdi sono saliti al 10,21 mentre – inaspettatamente – ECR ha superato ID (9,78 vs 6,95) ed infine GUE/NGL ha cambiato nome in ‘The Left‘ occupando il 5,24% dei seggi.