SORPRESA NEI RISULTATI ALLE ELEZIONI GIAPPONE 2024: GOVERNO PERDE MAGGIORANZA, PAESE PIOMBA NELL’INCERTEZZA
I sondaggi in questo ultimo mese lo avevano in qualche modo preannunciato ma i risultati delle Elezioni Giappone 2024 restano comunque sorprendenti: dopo 12 anni ininterrotti di maggioranza, la coalizione di Governo dei Liberali-Democratici (LDP) con il piccolo partito buddista di centrodestra, Komeito, non hanno più il vantaggio numerico nella Camera Bassa di Tokyo. E così il Giappone, storicamente Paese che fa della stabilità politica (e dunque anche economica) un vanto e una tradizione, ora vivrà mesi di sostanziale incertezza per quanto emerso alle urne di domenica 27 ottobre 2024, con lo yen già sceso in picchiata questa mattina in borsa.
Il Premier Shigeru Ishiba – leader da appena un mese del partito liberal conservatore – ha spiegato che non vi sarà un vuoto di potere in attesa del cambio di maggioranza, tradotto significa che non si dimetterà e punta alle consultazioni post-voto per provare a trovare in Parlamento i voti mancanti per giungere ai 233 seggi necessari per avere la maggioranza. Il PDL-LDP aveva maggioranza ininterrotta dal 2012, con l’ultima legislatura che vedeva l’ex Premier Kishida governare con 247 seggi: dopo le dimissioni e la salita alle primarie del nuovo leader Ishiba, la scelta del Governo è stata quella di andare a Elezioni anticipate nonostante non fosse obbligatorio. E i risultati, al momento, suonano come un mezzo fallimento tale operazione (non dissimile da quanto fece il Premier Cameron nel famoso referendum sulla Brexit nel 2016, ndr).
I risultati delle Elezioni in Giappone vedono dunque i Liberal Democratici perdere molto dei seggi, con alcuni Ministri che hanno perso nei propri distretti laddove si sono ricandidati: l’LPD passa da 247 fino a 191 seggi attuali, con Komeito che invece scivola da 32 a 24 seggi eletti. Chi fa il “botto” nei risultati è invece il principale partito di opposizione – il Partito Costituzionale Democratico (PCD) dell’ex Premier Yoshihiko Noda (alla guida del Governo un solo anno nel 2012) – che ottiene ben 148 seggi (rispetto ai 98 precedenti), anche se resta comunque un Centrosinistra ben lontano dalla maggioranza in Parlamento. Il DPP (Democratic Party for the People) ottiene 28 seggi, rispetto ai 7 delle scorse Elezioni, e si presenta come forza centrista in grado di attrarre i “desideri” politici di entrambe le coalizioni in lotta. Molto meno bene fanno i candidati del Nippon Ishin no Kai, populismo di destra, che riduce drasticamente il proprio consenso elettorale venendo bocciato dagli elettori nel suo insistere sulla necessità dell’aumento di spesa per la Difesa visto il vicino espansionismo della Cina.
COME SI È ARRIVATI ALLE ELEZIONI ANTICIPATE IN GIAPPONE
Le dimissioni del Premier Fumio Kishida nell’agosto 2024 hanno di fatto dato il via alla fase di instabilità politica che è letteralmente esplosa con i risultati delle Elezioni Giappone 2024 giunti nella lunga notte elettorale: fu infatti quel passo indietro, dettato da un lungo periodo di polemiche e critiche contro il PLD di Governo per le inchieste su presunti fondi politici irregolari e corruzione. Le primarie di partito hanno portato all’elezione del neo Premier Shigeru Ishiba ad inizio ottobre – per via della norma giapponese per cui il leader del partito di maggioranza diventa automaticamente il capo di Governo – con il politico che ha voluto legittimare la propria maggioranza andando rapidamente alle urne per un passaggio democratico in più.
Il Governo infatti, sebbene gli scandali lo avessero indebolito a livello di immagine, godeva di una buona maggioranza in Parlamento e le crisi economiche internazionali non sembravano punire eccessivamente la coalizione al potere: una campagna elettorale “flash” non ha invece portato grande crescita nei consensi, semmai ha accelerato la fase di critica sociale contro il Governo che ha poi portato ad un crollo verticale nei seggi guadagnati rispetto alle presenti Elezioni in Giappone. Agli scandali (presunti), l’LDP ha “pagato” anche un aumento importante dell’inflazione e il peggioramento delle condizioni delle fasce medio-basse della popolazione.
COSA SUCCEDE ORA DOPO I RISULTATI ELETTORALI: LE TRATTATIVE PER IL NUOVO GOVERNO IN GIAPPONE
Capire dunque ora cosa potrebbe succedere in Giappone dopo tali risultati “incerti” nelle Elezioni Parlamentari risulta decisamente complicato, per cui occorre partire dai punti fermi dettati dai due principali leader di riferimento: per il Premier Ishiba non ci saranno dimissioni in quanto il Paese non deve subire alcun vuoto di potere nelle fasi di già importante incertezza a carattere generale. Di contro, è importante la dichiarazione fatta dal Presidente del Consiglio dopo i risultati emersi ieri: «non prevedo di formare una coalizione», dice il leader del PLD ritenendo non praticabile un allargamento della precedente coalizione di Governo con il partito buddista. Il Premier ritiene infatti sensato in questa fase accettare le politiche «in maniera umile» dei legislatori esterni, ovvero di quei partiti che potrebbero entrare al Governo sebbene siano di altri orientamenti.
Il pensiero diretto va alla lista centrista Partito Democratico per il Popolo che chiede un netto taglio delle tasse e che potrebbe non sconvolgere eccessivamente gli equilibri interni: tutto questo perché tra i 215 seggi in dote oggi a LDP e Komeito e i 288 seggi complessivi delle opposizioni, non sembra esserci un accordo completo tra le forze di centrosinistra per poter costituire un Governo alternativo. Noda ha richiesto, vedendo i risultati delle Elezioni, che vi sia un’interlocuzione allargata agli altri partiti, non permessa negli scorsi mesi dall’improvvisa scelta di andare al voto anticipato di Ishiba: «Gli elettori hanno scelto il partito più in grado di promuovere le riforme politiche», ha detto ancora il leader del CPD dal comitato elettorale di Tokyo. Per gli eredi politici di Shinzo Abe la sconfitta insomma è cocente ma potrebbe non essere definitiva, in quanto ad ora – secondo gli analisti politici in Giappone – è più probabile trovare un accordo tra LDP, Komeito e Partito centrista piuttosto che tenere assieme tutte le altre anime delle opposizioni, che pure avrebbero la maggioranza.