Elezioni Nigeria 2023, spoglio al rilento: Tinubu verso Presidenza dopo 14 stati scrutinati
Secondo il resoconto dell’Agenzia Fides (Vaticano) sulle Elezioni Presidenziali Nigeria 2023, vi sono state certamente meno violenze rispetto al passato ma questo non toglie che vittime, feriti e caos-brogli siano intervenuti ancora una volta in quello che dovrebbe essere una “semplice” partecipazione democratica. Il voto dello scorso 25 febbraio ancora non vede un vincitore dato che gli spoglio è ancora in corso e i risultati tardano ad arrivare: quando sono stati scrutinati 14 sui 36 Stati federati in Nigeria, il candidato Bola Tinubu del Congresso di tutti i progressisti (Apc, al governo) risulta davanti in 6 Stati contro i 5 conquistati dal principale sfidante Atiku Abubakar, candidato del Partito democratico popolare (Pdp). Sono solo 3 gli Stati vinti dal leader del Partito Laburista, il cristiano Peter Obi, che però ha trionfato nello Stato chiave di Lagos (la capitale della Nigeria).
Proprio il leader outsider dà molto fastidio ai candidati “governisti” musulmani, con le opposizioni che infatti accusano il Governo di brogli per la enorme lentezza nel far pervenire i risultati dai vari Stati verso la sede centrale di Abuja. Restano da assegnare ancora 22 Stati: prima di questi, ravvisa la Commissione elettorale nazionale indipendente (Inec), Tinubu ha ottenuto finora il 44% dei voti finora scrutinati, seguito da Abubakar (sopra il 30%) e da Obi (sopra il 20% delle preferenze). Il candidato di Apc ha vinto in Kwara, Oyo, Ogun, Ekiti, Ondo e Jigawa, mentre Abubakar è davanti in Osun, Adamawa, Gombe, Yobe e Katsina; per Obi la vittoria è certa negli Stati di Lagos, Enugu e Nasarawa. Va ricordato che per essere eletto Presidente alle Elezioni Nigeria 2023 uno dei tre candidati dovrà ottenere il maggior numero di voti a livello nazionale e più di un quarto dei voti espressi in almeno due terzi dei 36 Stati della Nigeria; se nessuno soddisferà i requisiti, ecco un secondo turno di ballottaggio tra i primi due classificati si terrà entro 21 giorni. Il capo della delegazione internazionale degli osservatori elettorali, l’ex Presidente del Malawi, Joyce Banda, contesta «l’apertura tardiva dei seggi elettorali e le carenze logistiche hanno creato tensioni e la segretezza del voto è stata compromessa in alcuni seggi elettorali a causa del sovraffollamento. Alla chiusura delle urne, i problemi riscontrati nel trasferimento elettronico dei risultati e il loro tempestivo caricamento su un portale pubblico, hanno minato la fiducia dei cittadini in un momento cruciale del processo elettorale». (agg. di Niccolò Magnani)
Elezioni in Nigeria: ritardi e incidenti
Caos elezioni in Nigeria. Nel Paese africano, sabato (e in alcune zone anche domenica) i cittadini hanno votato per le elezioni presidenziali e legislative: 93,4 milioni di elettori registrati sono stati chiamati alle urne. Il presidente Commissione nazionale elettorale Indipendente (Inec), Mahmoud Yakubu, aveva parlato di una “macchina elettorale” che “era pronta per garantire elezioni democratiche e libere”, ma così non sembra essere stato. Numerosi i ritardi e persino gli incidenti che stanno complicando lo spoglio: i risultati, infatti, non sono ancora noti, anzi, sembra che si faranno attendere parecchio.
Il caos non riguarda solo lo spoglio ma anche le stesse elezioni. Come spiega “Il Manifesto”, l’apertura dei seggi in città come Lagos e Kano è stata posticipata di alcune ore: il materiale elettorale è infatti arrivato tardi. Problemi anche nell’utilizzo delle Bva, le nuove macchine per l’identificazione elettronica degli elettori a riconoscimento facciale. Spesso hanno dato fastidi nell’utilizzo o addirittura sono state rubate. L’opposizione ha inoltre denunciato l’invio di schede senza i simboli di tutti i partiti: questo ha spinto l’Inec a posticipare la chiusura di molti seggi.
Cosa sta succedendo in Nigeria
Le elezioni in Nigeria hanno fatto registrare anche violenze, come a Lagos, dove uomini armati hanno assaltato un seggio e incendiato le schede elettorali. Caos anche negli Stati di Kogi, Niger, Katsina e del Delta, dove uomini armati hanno distrutto le urne con “almeno 5 morti tra gli aggressori”. Per evitare ulteriori tensioni, i vertici politici hanno annunciato che i risultati arriveranno “rapidamente”, senza però indicare un limite. La Legge ha 14 giorni per consegnare i risultati definitivi. Per la guida del Paese è corsa a tre tra Atiku Abubakar, leader del Partito democratico popolare (Pdp), Bola Tinubu dell’All Progressive Congress (Apc) e Peter Obi del Partito laburista (Lp). In circa un terzo dei 36 Stati, Tinubu ha un forte vantaggio su Abubakar. Obi sembra essere al terzo posto.
Gli osservatori della Comunità economica dell’Africa occidentale (Ecowas) e di Yiaga Africa, organismo di monitoraggio elettorale del Paese, hanno evidenziato “numerose irregolarità nel processo di voto che hanno causato la privazione del diritto di voto di alcuni elettori”. Intanto crescono le tensioni e le proteste da parte dei due principali contendenti di Tinubu, chiamato anche “il padrino di Lagos” a causa della sua influenza sulla vita politica della Capitale. Per Abubakar i governatori starebbero cercando di compromettere i voti. Obi ha chiesto di “annullare e ripetere le votazioni in alcuni Stati a causa delle violente intimidazioni da parte di militanti del partito al governo a favore di Tinubu“.