COME SONO ANDATI I RISULTATI DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI TAIWAN 2024
Si può parlare certamente di trionfo per il candidato del Partito Democratico Progressista, William Lai, che ha sconfitto il più dialogante fronte “pro-Cina” nei risultati delle Elezioni Presidenziali Taiwan 2024 (qui tutti gli esiti del voto di sabato 13 gennaio, ndr). Con il 40% Lai batte Hou Yu-ih del KMT – 33% delle preferenze – e anche Ko Wen-je del partito popolare, al terzo posto con il 36%: il problema è che nonostante la vittoria alle Elezioni, la maggioranza in Parlamento sarà molto complicata per il neo Presidente di Taipei.
Se infatti il Partito Democratico Progressista ha sì superato le attese e le previsioni dei sondaggi, il PPD non è però riuscito ad avere la piena maggioranza dei parlamentari: per questo motivo nel suo primo discorso dopo l’ufficializzazione dei risultati elettorali (affluenza sopra il 71% in un Paese da 23 milioni di abitanti e distante solo 180 km dalle coste della Cina) Lai non ha attaccato le opposizioni ma si è dimostrato conciliante per riuscire a costituire nei prossimi mesi una coalizione di governo stabile.
COSA HA DETTO IL PRESIDENTE LAI DOPO LA VITTORIA ALLE ELEZIONI
Il PPD ha tempo fino al 20 maggio quando William Lai prenderà ufficialmente il ruolo di Presidente di Taiwan: «Questa campagna elettorale ha mostrato al mondo l’insistenza del popolo taiwanese sulla democrazia, e spero che tale voce possa essere compresa appieno anche dall’altra parte dello Stretto di Taiwan», ha detto il Presidente dopo la vittoria a Taipei, «Pur aspirando alla pace, non nutriamo illusioni».
Il prossimo Governo di Taiwan, ha concluso Lai, rafforzerà la deterrenza della difesa, le capacità di Taiwan in termini di sicurezza economica, nonché «i partenariati con le democrazie di tutto il mondo e manterremo una leadership stabile e basata su principi nelle relazioni. Siamo pronti e disposti a impegnarci per dare di più alle persone su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan. La pace non ha prezzo e la guerra non ha vincitori».
È GIÀ SCONTRO CON LA CINA: “RIUNIFICAZIONE TAIWAN INEVITABILE, NON HANNO MAGGIORANZA”. REPLICA TAIPEI: “PECHINO RISPETTI RISULTATI ELEZIONI”
Il vero terreno di scontro però non è affatto all’interno di Taiwan ma – come ormai è prassi in questi ultimo decennio – è sul fronte Cina-Usa che si potrebbero decidere le sorti dell’isola “ribelle” scampata finora alla pressione del regime comunista popolare di Pechino. Taipei ha invitato la Cina a “rispettare i risultati delle elezioni presidenziali”, vinte da Lai Ching-te, fin dalla campagna elettorale convinto “indipendentista” da Pechino come del resto era stata la “sua” Presidente Tsai Ing-wen negli 8 anni precedenti al Governo.
Il neo-Governo promette di proteggere l’isola da «minacce e intimidazioni da parte di Pechino» dopo i commenti molto poco ben disposti lanciati dal regime di Xi Jinping al termine dei risultati elettorali: «Il Ministero degli Affari Esteri invita le autorità di Pechino a rispettare i risultati delle elezioni, ad affrontare la realtà e a desistere dalla repressione su Taiwan», si legge in una nota di Taipei. Di contro però la Cina continua a ritenere i risultati delle Elezioni Presidenziali a Taiwan fasulle in quanto «non rappresentano l’opinione della maggioranza sull’isola»: secondo Chen Binhua, portavoce dell’Ufficio degli Affari su Taiwan del Consiglio di Stato (il governo cinese, ndr), «Le elezioni non cambieranno il quadro di base e la tendenza allo sviluppo delle relazioni tra le due sponde dello Stretto ne’ altererà l’aspirazione condivisa dei compatrioti su entrambe le sponde dello stretto di stringere legami più stretti».
Dopo la dichiarazione degli Stati Uniti che da un lato non dice apertamente di «sostenere l’indipendenza di Taiwan», ma dall’altro fa i complimenti a Lai per la vittoria delle Elezioni, la Cina ribatte con forza «Washington invia un segnale profondamente errato alle forze separatiste a favore dell’indipendenza di Taiwan. Lo deploriamo fortemente e ci opponiamo fermamente». Per Pechino resta un obiettivo la riconquista di Taipei tanto che dalla diplomazia cinese il commento finale è caustico: «i risultati non impediranno l’inevitabile tendenza alla riunificazione della Cina».