Come avevamo ampiamente e facilmente previsto, l’attuale “Presidente” del Venezuela Nicolas Maduro si è proclamato vincitore della tornata elettorale di ieri con il 51,2% dei voti. “Non lo hanno potuto raggiungere con le sanzioni, con le aggressioni, le minacce e non potranno mai ottenere di piegare la volontà del popolo”, è stata la prima dichiarazione del “neo eletto Presidente”.



Ovviamente su questa vittoria pesa moltissimo quello che è ormai più che un sospetto di frode elettorale, visto che tutta la giornata di ieri ha visto innumerevoli episodi di assalti perpetrati dai commandos di Maduro nei confronti delle sedi elettorali non solo con minacce alle lunghe file di votanti, ma anche con veri e propri brogli apportati nel corso delle votazioni e testimoniati da decine di migliaia di persone. Gli exit pool di tutte le principali agenzie di rating del voto davano il candidato dell’opposizione, Edmundo Gonzales Urrutia, in largo vantaggio (oltre il 51,5% dei voti contro il 34% del dittatore), ma poi magicamente la tendenza, a un certo punto e dopo il blocco della trasmissione dei dati, si è capovolta e Urrutia è passato magicamente al 44,2%, quindi in seconda posizione. La vittoria è stata in pratica poi proclamata con l’80% delle schede scrutinate, con una partecipazione al voto del 59%.



Quindi l’elezione che molti speravano potesse dare un cambio storico e rimarcare la fine della dittatura si è invece rivelata il pass per il terzo mandato dell’attuale “Presidente” e davvero non si capisce come, con tutte le manovre attuate da tempo, alle quali dobbiamo aggiungere violazioni gravissime al diritto internazionale perpetrate sia pochi giorni prima che nel corso dello spoglio delle schede, qualcuno potesse nemmeno lontanamente immaginare le regolarità di un voto abbondantemente mascherato.

“Vogliamo denunciare molte cose. Ciò che è occorso oggi non rappresenta altra cosa che lo specchio di una campagna elettorale meravigliosa, accompagnata da milioni di persone che sono perfettamente consce di quello che è accaduto ora”, ha dichiarato Delsa Solazano, ex deputata dell’Assemblea nazionale e rappresentante della Plataforma de unidad democratica, il partito dell’opposizione. “Siamo andati molte volte al Consiglio nazionale elettorale (Cne) – ha continuato Solazano -, ma ci è stato impedito l’accesso e nella gran maggioranza dei seggi i nostri rappresentanti sono stati costretti a ritirarsi”.



Ora la leader oppositrice Maria Corina Machado chiede ai propri rappresentanti nei seggi di acquisire copia degli atti che testimoniano il voto e seguire il protocollo ufficiale, in modo di tentare di opporsi alla frode perpetrata, chiedendo altresì ai venezuelani di riunirsi in attesa davanti alle proprie sedi elettorali.

L’immagine qui sotto è una prova contundente del broglio elettorale: si tratta di una schermata dei risultati “ufficiali” trasmessa dal canale filogovernativo Telesur, nella quale si evidenzia un fatto che potremmo definire “curioso”. Ma com’è possibile che tutti gli altri partiti partecipanti alle elezioni abbiano ottenuto la stessa percentuale di voti? Ben sette gruppi hanno ottenuto la stessa percentuale di voti (4,6%)… ridicolo, no?

Davvero non si capisce come ci si potrà opporre all’ennesima “boutade” chavista, anche perché la storia di questi anni dimostra che pure quando i risultati sono stati sfavorevoli all’attuale Governo il potere ha poi di fatto cancellato il Parlamento.

Ovviamente pure a livello internazionale si grida all’ennesimo scandalo e già si sono ascoltate le dichiarazioni di molti leader mondiali sul fatto che Maduro riconosca la propria sconfitta, ma ovviamente e come sempre il dittatore non presterà ascolto a queste cose e anzi sta già festeggiando l’ennesima vittoria.

È però anche lapalissiano di come questa volta la grande partecipazione popolare al voto sia stata spinta da una disperazione chiaramente percepibile anche a distanza da tutti coloro che hanno assistito all’ennesima farsa del potere e di certo a partire da ora potrà accadere di tutto, anche se le Forze armate si sono sempre dichiarate a fianco di Maduro.

Ricominceremo quindi con i dibattiti, i giudizi politici, le proteste che si estenderanno al mondo intero, ma i valori democratici fortemente voluti dalla gente proprio a causa della sua partecipazione al voto, rimarranno lettera morta e, come accaduto finora, le sanzioni che si decideranno a livello internazionale contro questa dittatura rimarranno poi senza conseguenze per un potere totalitario che da anni recita sempre la stessa commedia di presa in giro di una politica internazionale che poi, alla fine, con Maduro, economicamente, ci tratta.

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