Rita Atria era originaria di Partanna, in Sicilia, e aveva 17 anni quando, nel 1992, fu trovata senza vita sotto il palazzo in cui viveva, dopo essere stata messa sotto protezione per le sue rivelazioni di testimone di giustizia e la sua collaborazione con il giudice antimafia Paolo Borsellino. Secondo la ricostruzione, si sarebbe suicidata precipitando dal settimo piano, ma la sorella Anna Maria e la cognata, Piera Aiello, moglie del fratello Nicola ucciso nel 1991 e anche lei voce chiave nella lotta alla criminalità organizzata, credono che il caso nasconda ancora molte ombre. Rita Atria è stata uccisa?
La cognata Piera Aiello ha rivelato a Chi l’ha visto? il suo primo pensiero dopo aver appreso della morte della giovane cognata: “Ho pensato ‘ci hanno trovato’, eravamo in una località protetta e avevamo denunciato i mafiosi…“. La sorella di Rita Atria non crede al suicidio e ha rilanciato il suo appello ai microfoni della trasmissione di Federica Sciarelli. Nonostante l’archiviazione della Procura di Roma, ancora troppi interrogativi si allungano sulla storia e Anna Maria Atria non intende fermarsi nel suo cammino per la verità. Per questo ha presentato una istanza per la riapertura delle indagini. Tra le domande a cui trovare risposta, quella che riguarda un orologio da uomo trovato nella casa protetta dove si trovava la 17enne, in viale Amelia a Roma: di chi era?
Rita Atria morta a 17 anni: l’appello della sorella a Chi l’ha visto?
Anna Maria Atria chiede che il caso della sorella Rita, morta a 17 anni a Roma dopo essere stata messa sotto protezione per la sua veste di testimone di giustizia – in particolare per le sue rivelazioni al giudice Paolo Borsellino -, sia riaperto. Rita Atria fu trovata morta sul selciato sotto il palazzo in cui viveva a Roma, in viale Amelia, il 26 luglio 1992. Poco dopo l’attentato consumato ai danni del famoso magistrato antimafia in via D’Amelio a Palermo. La Procura di Roma archiviò come suicidio, ma la sorella di Rita Atria crede che possa essere stata “suicidata” e che dietro la sua tragica fine si celi la mano di qualcuno finora rimasto a piede libero.
Rita Atria aveva soltanto 17 anni e aveva scelto di collaborare con i magistrati dopo l’uccisione del padre e del fratello nel contesto di una faida di mafia e il giudice Borsellino fu per lei un prezioso punto di riferimento nel percorso di lotta a Cosa Nostra. Oggi la sorella Anna Maria chiede a chiunque sappia qualcosa di farsi avanti. Trent’anni dopo i fatti, la storia della 17enne è ancora in gran parte avvolta nel mistero. “Il fidanzato e chiunque ebbe contatti con lei a Roma parli“, è l’appello andato in onda a Chi l’ha visto? nella speranza di infrangere un muro di silenzi lungo decenni.