Rita Atria chi è: la più giovane collaboratrice di giustizia
La storia di Rita Atria sarà al centro della nuova puntata di “Insider – Faccia a Faccia con il crimine”, il programma di Roberto Saviano in onda nella prima serata di Rai3. Rita è considerata oggi la più giovane testimone di giustizia nel nostro Paese, morta suicida a soli 17 anni dopo la strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Nata a Partanna il 4 settembre 1974, nonostante la sua giovane età divenne simbolo della lotta alla mafia tanto da scegliere di sacrificare la propria vita come protesta contro i soprusi di Cosa Nostra.
Figlia di don Vito Atria, boss del trapanese e di Giovanna Canova, a soli 11 anni Rita perde il padre, vittima di un agguato di Cosa Nostra nove giorni dopo il matrimonio tra il fratello Nicola e Piera Aiello. In seguito a quel delitto, Rita si lega ancora di più alla cognata ed al fratello il quale fu ucciso nel giugno 1991 proprio sotto gli occhi della moglie. Quest’ultima deciderà di denunciare i killer dell’uomo e diventerà collaboratrice di giustizia.
Rita Atria: il suicidio dopo la strage di via D’Amelio
All’età di 17 anni, anche Rita Atria deciderà di seguire le stesse orme della cognata affidandosi alla magistratura nel tentativo di ottenere giustizia per i due omicidi del padre e del fratello per mano della mafia. A raccogliere le sue rivelazioni sarà proprio il magistrato Paolo Borsellino che all’epoca svolgeva il ruolo di magistrato di Marsala ed al quale la giovane Rita si lega considerandolo un padre. Proprio le testimonianze della 17enne, insieme a quelle della cognata, contribuirono a dare una mano importante alla giustizia, portando all’arresto di numerosi mafiosi di Partanna, Sciacca e Marsala.
In seguito a ciò Rita ricevette numerose minacce ed anche la madre si schierò contro di lei. Venne quindi trasferita a Roma sotto protezione e con nuovi documenti. Qui proseguirà il suo sogno di riscatto drammaticamente spezzato dopo l’assassinio del giudice Falcone e del “suo” giudice Borsellino. Fu così che decise di compiere il gesto più drammatico: proprio una settimana dopo la strage di via D’Amelio, il 26 luglio 1992, Rita si suicidò lanciandosi dal settimo piano di un palazzo di viale Amelia dove viveva in segreto.