Rita Dalla Chiesa, intervistata da “Il Giornale” sul tema 41 bis, ha esposto con fermezza il proprio punto di vista sull’argomento. La conduttrice televisiva ha rivelato di essere rimasta indignata da alcuni dibattiti avvenuti in televisione sul tema: “La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una frase… ‘Possono vedere i loro familiari soltanto una volta al mese’… I figli e parenti delle vittime di mafia e di terrorismo, però, non hanno questa fortuna. E, se voglio vedere mio padre, io devo andare al cimitero di Parma”.



Secondo Rita Dalla Chiesa, la questione andrebbe affrontata con maggiore responsabilità negli studi televisivi, perché tra coloro che ascoltano “possono esserci persone sensibili al tema. A volte basta un’intonazione sbagliata per veicolare un messaggio pericoloso. Sembra quasi che si voglia compatire queste persone”.  Del 41 bis si parla “come di un sistema di tortura che viene inflitta ai condannati per terrorismo e mafia. Nessuna tortura viene loro inflitta! Semmai, si vuole evitare che continuino a cospirare e a svolgere la loro attività criminosa”.



RITA DALLA CHIESA: “COSPITO? LA SUA È UNA MALATTIA AUTO-IMPOSTA”

Nel prosieguo del suo intervento su “Il Giornale”, Rita Dalla Chiesa ha ammesso che le discussioni sul 41 bis l’hanno un po’ destabilizzata, ma su un punto non transige: di fronte alla salute, non esistono cittadini di serie A e di serie B. Ergo, mi va benissimo che Matteo Messina Denaro riceva tutte le cure del caso in carcere, se sta male. È suo diritto essere curato e nostro dovere curarlo. Ma il caso di Cospito è diverso. Si tratta di una ‘malattia’ auto-imposta con lo sciopero della fame. Lo Stato faccia tutto il possibile per salvarlo. Ma nessuno è al di sopra della legge”.



Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, a Montecitorio, ha osservato che di fronte alle minacce anarchiche lo Stato deve mostrare tutta la fermezza necessaria e Rita Dalla Chiesa si è detta d’accordo:Perché sovvertire le regole e mettere a repentaglio la sicurezza delle persone? Nessuno parla dei poliziotti colpiti. Per quale motivo? Gli anarchici mi fanno paura come i terroristi. Francamente, spero non si torni agli anni di piombo. Io li ho vissuti. Sono stati pesantissimi. Il caso Cospito è delicato. Serve però che tutte le forze politiche si uniscano nel rifiutare la violenza”.