Rita dalla Chiesa, la figlia del Generale Carlo Alberto: “Non esiste bellezza dell’assassinio”

Brigate rosse? Letteratura e cinema hanno mitizzato, ma non esiste mai la bellezza dell’assassinio”. E’ dura e ferma nelle sue dichiarazioni la conduttrice televisiva Rita dalla Chiesa, figlia del Generale dei Carabinieri e vittima della mafia Carlo Alberto dalla Chiesa. Nota per i suoi impegni televisivi e politici, l’ex presentatrice di Forum ha parlato della nuova serie tv “Il Nostro Generale”, al debutto questa sera su Raiuno con Sergio Castellitto protagonista. Una produzione a cui, almeno in un primo momento, Rita Dalla Chiesa si era opposta, salvo poi tornare sui suoi passi per dare spazio ad una fase della vita dell’amato padre a suo dire trascurata da un certo ambiente.



“In questi anni io e la mia famiglia abbiamo spesso assistito, increduli e sgomenti a interpretazioni romantiche dei brigatisti, ritratti come ingenui idealisti oppure, nel peggiore dei casi, come vittime di un sistema politico che li manipolava”, ha tuonato Rita Dalla Chiesa, in un’intervista a Il Giornale a firma Paolo Guzzanti. Alla vigilia della messa in onda, anche una considerazione su Belocchio, regista di Buongiorno Notte. “Se abbiamo pagato la psicanalisi a Bellocchio in questi anni? Dico che il sangue di Aldo Moro era vero, il sequestro del magistrato Sossi era vero, la gambizzazione di Indro Montanelli era vera, il piombo delle loro pistole Skorpion era piombo e non era di gommapiuma. Erano spietati, crudeli e malvagi”.



Rita dalla Chiesa, un ricordo amaro a proposito del padre: “Dicevano che chi veniva ammazzato se l’era cercata”

E’ stata dunque una Rita Dalla Chiesa alquanto battagliera, quella ascoltata durante la conferenza stampa di presentazione del film “Il nostro generale”. Con le idee chiare e con tanti ricordi personali da condividere coi media, a proposito del rapporto con l’amato padre Carlo Alberto e di quella famosa frase pronunciata dal Generale stesso: Milano è libero. “C’era complicità. Intellettuali, scrittori ammiccavano e dicevano che chi veniva ammazzato in fondo se l’era cercata“, ha commentato Rita dalla Chiesa, fornendo un sunto amaro di quello che è stato il corso degli eventi: “I brigatisti sono stati aiutati a fuggire. Le loro fughe diventano romantiche e la latitanza veniva chiamata esilio”.

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