Rita Dalla Chiesa racconta il padre Carlo Alberto, assassinato il 3 settembre insieme alla seconda moglie Emanuela Setti Carraro nel libro “Il mio valzer con papà”. Quello di Rita Dalla Chiesa è un racconto inedito del Generale, ma anche del padre e del marito amorevole. Un vero e proprio ritratto di famiglia in cui la conduttrice ha ripercorso gli anni della sua infanzia e adolescenza ricordando quegli anni vissuti in una caserma. Sono tanti i ricordi di Rita Dalla Chiesa che, però, aprendo i cassetti del suo passato, ha davanti agli occhi soprattutto una scena. «Ho visto pochissime volte piangere mio padre. L’ ha fatto quando le Br hanno giustiziato Roberto Peci per punire il fratello che stava collaborando. Papà con Patrizio aveva costruito una relazione di affetto, in carcere gli portava dei libri, lo considerava un ragazzo che aveva sbagliato ma recuperabile. L’ esecuzione di Roberto, che con le Br non c’ entrava niente, è stata una vera vigliaccata», racconta in un’intervista rilasciata ai microfoni de La Stampa nel giorno dell’anniversario della strage di Carini.



RITA DALLA CHIESA: “MIO PADRE CARLO ALBERTO MOLTO AFFETTUOSO, PRIMA DI MORIRE LASCIO’ UN BIGLIETTO”

Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, inflessibile sul lavoro, nella vita privata, era un uomo affettuoso e innamoratissimo della sua famiglia. «Molto affettuoso, quando entrava a casa cambiava sguardo. In un ultimo biglietto, quasi premonitore, ci ha scritto “Voletevi bene sempre, come ora”. Amava la musica, adorava Mina e Celentano, Azzurro era la sua canzone», ricorda Rita Dalla Chiesa che parla del rapporto dei genitori che si conobbero in una caserma essendo stati entrambi figli di carabinieri, come di un grandissimo amore. «Il loro è stato un grandissimo amore. Mamma era tutto per papà, la sua roccia, la sua cassaforte. L’ unica a cui confidava i segreti, ha continuato a scriverle tutte le sere una lettera, anche dopo la sua morte. Nei diari che poi mio fratello Nando ha consegnato a Giovanni Falcone emerge la solitudine di papà. Non è stato mai amato né dai militari né dai politici. Era troppo libero», confessa ancora ai microfoni de La Stampa. Nel centenario della nascita del Generale Carlo Alberto, dunque, la figlia Rita lo ricorda con grandissimo amore sfogliando tutte le pagine della sua vita.

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