Per me i carabinieri non possono essere toccati in nessun modo”: così Rita Dalla Chiesa commenta la decisione della Procura di Milano di archiviare la denuncia contro Fedez per la canzone in cui avrebbe denigrato carabinieri e forze dell’ordine. All’Adnkronos, Rita Dalla Chiesa confessa che “è qualcosa che mi fa male sentire usare quei termini” ma riconosce che forse “fa parte del linguaggio della musica rap, in tutto il mondo e non solo in Italia”.



Nella canzone ‘Tu come li chiami’ finita al centro della bufera, Fedez cantava: “Carabinieri e militari io li chiamo infami, tutti quei figli di cani”. Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso dalla mafia 40 anni fa, sottolinea che “si tratta di un linguaggio giovanile che possiamo accettare o meno, io non lo accetto ma io non sono giovane. Insomma non mi scandalizzo più di tanto”. E all’Adnkronos aggiunge: “A me piacciono le canzoni di Fedez, forse quelle parole fanno parte di un pezzo della sua vita in cui neanche si rendeva conto di quello che stava cantando. I ragazzi nelle canzoni dicono a volte cose terribili. Forse basterebbe che lui chiedesse scusa ai Carabinieri, dicesse che non voleva offenderli”.



Rita Dalla Chiesa e l’indignazione per la canzone di Fedez: li aveva definiti “figli di cani”

Per la Procura di Milano, quindi, il brano incriminato di Fedez non è vilipendio ma ha solamente i connotati “penalmente irrilevanti della critica aspra, della provocazione e della ricerca spasmodica della notorietà”, come si legge nella richiesta di archiviazione inoltrata ieri, lunedì 5 settembre. “Il personaggio è legato a doppio filo alla sua appartenenza ad una ‘figura’ che possiamo definire ‘maledetta’ e da essa e con essa esprime la propria esistenza costruita su eccessi e provocazioni – spiega ancora la Procura di Milano – Non è questo un tentativo di sminuire o vedere in diversa (favorevole) luce l’espressione di Fedez, ma è un’analisi prettamente giuridica e giuridico-sociologica”.



La strofa completa della canzone ‘Tu come li chiami’ recita così: “I politici italiani io li chiamo infami, tutti quei figli di cani, tu come li chiami. Carabinieri e militari io li chiamo infami, tutti quei figli di cani”. L’indignazione di Rita Dalla Chiesa arriva anche in seguito alla denuncia presentata un anno fa dall’associazione ‘Pro territorio e cittadini onlus’. Come riferisce Il Giornale, profonda amarezza arriva anche da Roberto Colasanti, colonnello in congedo dell’Arma dei carabinieri e firmatario della denuncia contro Fedez: “desta enorme preoccupazione poiché, qualora tale interpretazione venisse avvallata anche dal giudice per le indagini preliminari, significherebbe riconoscere delle aree di impunità che non appaiono tollerabili in uno stato di diritto”.

La replica di Fedez in un video su Instagram

Sulla vicenda è tornato Fedez, senza replicare direttamente a Rita Dalla Chiesa. “Un’associazione di ex carabinieri mi ha denunciato per vilipendio all’Arma e sono inc… neri perché è stata chiesta l’assoluzione, con titoloni sui giornali dove la semplificazione la fa da padrona e tutti sono indignati, specialmente i ‘patrioti’ italiani. Ma le cose sono più complesse di così“, ha dichiarato il rapper in un video su Instagram. Inoltre, ha ricordato di aver scritto la canzone quando aveva 18 anni, mentre ora ne ha 33. “Il tempismo di questa associazione di ex carabinieri arriva con 15 anni di ritardo… Questa è una delle motivazioni per cui è stata chiesta la mia assoluzione“. Quella canzone però non rispecchia più il suo pensiero, e Fedez ci tiene a precisarlo. “Se dovessero mai condannarmi sarebbe un guaio con tutti i pubblici uffici intasati dai test dei rapper che più o meno, nel bene o nel male, da giovani o meno, dicono le medesime cose: il mio non era neanche un testo così originale“. Fedez nel video social ha aggiunto di non biasimare chi si indigna. “Trovo inutili questi procedimenti giudiziari che finiscono nel nulla e creano indignazione solo a chi ha la bandierina italiana sul profilo di Twitter. Abbassate le aspettative, ragazzi!“. Poi il riferimento a Giorgia Meloni: “Viviamo in Italia e chi ricoprirà alte cariche di governo nel futuro brevissimo potrebbe essere Giorgia Meloni che a 18 anni non diceva cose più intelligenti dalle trincee del Msi, diceva che Mussolini ha fatto anche cose buone. Se potete accettare le sue dichiarazioni, potete accettare anche che io a 18 anni sparavo stronzate. E io non ricoprirò nessun ruolo istituzionale in questo Paese, per fortuna per voi“. Infine, una critica ai giornalisti: “Poi, un giorno, magari qualcuno mi spiegherà perché in questo Paese il giornalismo italiano si soffermi su testi impolverati di artisti sollevando indignazioni come se fossero stati scritti l’altro ieri, ma se un artista evade il fisco per 9 milioni di euro nessuno scrive una riga: Fantastico: due pesi e due misure!“. (a cura di Silvana Palazzo)