STORIA VERA DI RITA LEVI-MONTALCINI, UNICA ITALIANA INSIGNITA DEL NOBEL PER LA MEDICINA

Rita Levi-Montalcini, chi era e cosa sappiamo della sua avventurosa e affascinante vita? Questa sera, in occasione della riproposizione su Rai 3 dell’omonimo biopic dedicato alla storia della neurologia Premio Nobel e senatrice (diretto da Alberto Negrin nel 2020 e che vede Elena Sofia Ricci nei panni della scienziata originaria di Torino), i riflettori tornano ad accendersi su una delle più importanti figure dell’Italia nel mondo del secolo scorso grazie prima alle sue importantissime ricerche sull’accrescimento delle fibre nervose negli Anni Cinquanta e, nell’ultima fase della sua vita, come figura scientifica ma anche etica e morale di riferimento tanto da essere insignita di importanti titoli onorifici prima della sua scomparsa nel 2012 alla veneranda età di 103 anni.



Ma chi è stata Rita Levi-Montalcini e cosa ricordiamo oggi del personaggio reale portato sul piccolo schermo, come al solito in maniera magistrale, da Elena Sofia Ricci nella fiction che ha come sottotitolo “Una piccola grande donna”? Classe 1909 e nata a Torino da una famiglia ebrea di origini sefardite, con l’emanazione delle leggi razziali in Italia fu costretta ad emigrare prima in Belgio e poi a tornare nel capoluogo piemontese dove, per sfuggire alle persecuzioni e continuare le proprie ricerche, allestì in gran segreto un laboratorio domestico. Terminata la guerra, la scienziata (che sarà premiata col Nobel per la Medicina nel 1986, prima italiana a ricevere il riconoscimento, ma pure prima donna ad essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze) proseguirà gli studi sull’NGF, Nerve Growth Factor, negli States, assieme a Stanley Cohen con cui condividerà il prestigioso Premio.



RITA LEVI MONTALCINI, “INNAMORATA? MAI, SOLO AMICIZIE”: PERCHE’ SCELSE DI NON AVERE…

Luminosa figura della storia della scienza, il riconoscimento internazionale che ha premiato un’intera vita dedicata alla ricerca, ha costituito alto titolo di orgoglio per l’Italia”: così era stata ricordata Rita Levi-Montalcini nel dicembre 2012 dall’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all’indomani della sua scomparsa. Una figura molto importante non solamente per i suoi studi e le notevoli implicazioni che avranno nel campo medico e scientifico nei decenni successivi, ma per l’impatto nell’immaginario collettivo e la carriera di tanti giovani ricercatori che a lei si sono ispirati; non va nemmeno dimenticato il ‘milieu’ culturale nel quale Rita Levi-Montalcini si formò e lavorò, circondata da personalità del calibro dei medici e biologi Salvatore Luria (1912-1991) e Renato Dulbecco (1914-2012), suoi amici e come lei premiati col Nobel rispettivamente nel 1969 e nel 1975.



Figura imponente del Novecento italiano ma anche molto anti-conformista e lontana dagli stereotipi che hanno circondato la donna anche fino a pochi decenni fa, Rita Levi-Montalcini scelse di non sposarsi e non avere figli, mettendo la sua vita al servizio della scienza e andando anche contro la volontà dei suoi famigliari. Dopo l’infanzia tragica e allo stesso tempo avventurosa, la svolta fu la decisione di studiare Medicina, non approvata (ma nemmeno impedita) dal padre: dopo la laurea in Medicina e Chirurgia con 110 e lode, cominciò una lunghissima carriera fatta di ricerca, spesso anche in solitudine: “Innamorata? No, ho avuto forti amicizie e basta”. Negli ultimi anni ecco la nomina Rita Levi-Montalcini, nel 2001, a senatrice a vita per via dei meriti in campo scientifico e sociale e poi la morte nel 2012 nella sua casa di Roma, a causa di un peggioramento delle condizioni di salute, a 103 anni. Dopo la camera ardente in Senato e la cerimonia funebre con rito ebraico nella sua Torino, Rita Levi-Montalcini riposa nella tomba di famiglia presso il Cimitero Monumentale della città.