Rita Pavone si racconta in toto, come artista e donna, al di là del successo: l’intervista intimista

All’età di 77 primavere e con all’attivo oltre 50 milioni di dischi venduti nel mondo, Rita Pavone si racconta in toto, senza risparmiarsi un retroscena inedito sulla sua castità.

In una nuova intervista concessa al Corriere della sera, tra le altre dichiarazioni in replica ai quesiti ricevuti Rita Pavone svela un aneddoto di vita privata e sessuale, antecedente alle nozze con l’amato Teddy. “Io sono arrivata illibata al matrimonio, nonostante i miei ormoni galoppassero -fa sapere nel dettaglio, l’eterna fanciulla della musica made in Italy, classe 1946-. È stata dura, immagino anche per Teddy (Reno *ndr)”. La castità, Rita Pavone, riesciva a conservarla come valore aggiunto fino alle nozze, nonostante Teddy sia di diversi anni più grande di lei, segno che l’allora promesso sposo rispettasse la volontà dell’artista di non avere rapporti carnali. Ma non é tutto. Perché, inoltre, relativamente alla lovestory avuta con Teddy e alla loro differenza di età, Rita Pavone sente di aver subito il peso del “gossip” e l’attenzione mediatica con tanto di critiche sul personale, che avrebbero in qualche modo ostacolato il successo del fenomeno della cantante: “Lui aveva diciannove anni più di me e nell’Italia bigotta del tempo fu visto come uno scandalo -aggiunge l’intervistata-. Ci siamo sposati nel 1968 e stiamo ancora insieme. Ora lui qualcosa non la ricorda più, ma ci basta uno sguardo per capirci. Ce ne dissero di tutti i colori e forse da quel momento in poi il mio successo è cominciato a scemare”.



Rita Pavone e il ricordo amaro del bodyshaming

L’intervista rivelatrice é, inoltre, occasione per Rita Pavone di svelare il ricordo amaro del bodyshaming, subito sul conto del suo aspetto fisico e da giovane rappresentante degli anni ’60-’70. «Il palco mi piaceva, mi sembrava il mio habitat naturale, lì sopra mi sentivo alta un metro e ottanta. Invece ero piccola, di statura e di età. Una sera a Milano, all’Olimpia dove suonava Gorni Kramer, a qualcuno venne in mente di dire alle forze dell’ordine venute per un controllo che quella sera avrebbe cantato “la ragazzina”- fa sapere, in ricordo delle disavventure-. Avevo sedici anni e non potevo farlo, mi dissero di andare via. Fu molto triste. E poi mi ero stufata di vedere e sentire nei locali, tra il pubblico, le ironie sulla mia statura. Altro che body shaming, mi massacravano. Decisi di smetterla». Tuttavia, Rita Pavone non ha mai abbandonato, in definitiva, la musica.



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