«Tutti i materassi macchiati, sporchi, le tende… Piangevo sempre, mia sorella peggio, è molto più sofisticata lei. E’ stato uno choc grandissimo ma indietro non volevo tornare. Quando sono andata via dalla Croazia, sono arrivata a Trieste e ho visto la città: per me è stata una folgorazione»: così Rita Rusic ha ricordato la sua infanzia in campo profughi dopo la fuga dall’Istria. Intervenuta a Oggi è un altro giorno, la modella si è confessata a tutto tondo, a partire dagli scatti hot pubblicati su Instagram: «Io ho iniziato quando ero molto giovane, facevo la modella e lavoravo molto con il mio corpo. E’ sempre stato così, adesso mi diverto con i social».



Rita Rusic ha poi parlato dei suoi genitori: «Io e mia madre abbiamo avuto due vite simili ma molto diverse. Mi ha raccontato le sofferenze durante la guerra, mio nonno venne ucciso in guerra e mia madre vide il suo corpo senza vita. Mia madre ha visto tante di quelle cose, ma questa cosa l’ha segnata: non riusciva a non piangere quando entrava in una casa e vedeva un uomo a capotavola. Mia madre è molto particolare, è molto femminile ma molto pragmatica. Ha un piccolo margine dove la vita ti può riservare delle cose meravigliose».



RITA RUSIC A OGGI É UN ALTRO GIORNO

Parlando della madre, Rita Rusic ha aggiunto: «Lei mi ha sempre fatto sentire bene, mi ha sempre detto che dietro una porta ci sarebbe stata una cosa meravigliosa. Io non ho mai pensato di vivere una vita anche per i miei genitori, quando si è giovani non si pensa a queste cose, ma poi ti penti. Mi sono pentita di non aver voluto suonare uno strumento quando mio padre insegnava. I miei genitori si amavano moltissimo ma litigavano moltissimo, c’era unione, passione, gioco e poi anche litigi: mio padre è un uomo esuberante, mentre mia madre era più severa». Dopo aver parlato degli anni del collegio, Rita Rusic ha parlato dell’amore: «A me non piace perdere tempo, neanche in amore, sebbene l’abbia perso (ride, ndr). Sono contenta di avere queste passioni e di vivere queste emozioni come una quindicenne, mi piace sentire ancora tutto questo».

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