Le Regioni tornano all’attacco del Governo e in particolare del commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri. Dopo le polemiche per i rallentamenti nelle vaccinazioni, sono emerse alcune indiscrezioni che spiegherebbero le ragioni di tali ritardi. Le ha raccolte l’Ansa, che cita diverse fonti delle Regioni, in cui ci sono diverse problematicità, a vario titolo. Lamentano carenze di personale sanitario e di siringhe, a cui si prova a sopperire anche ricorrendo ai medici in pensione o volontari e a scorte degli ospedali. Ma sono sono solo alcune delle criticità, in quanto nei vari territori si registrano anche problemi organizzativi per la campagna vaccinale.



Ad esempio, in Calabria i medici sono costretti a somministrare le dosi di vaccino Covid anche fuori dall’orario di lavoro. Ci sono poi alcune strutture di Lombardia e Marche dove invece non sono ancora arrivate le siringhe di precisione. In alcuni casi si è ricorso alle scorte degli ospedali stessi. In Sardegna, invece, le vaccinazioni in alcune strutture cominceranno il 7 gennaio perché il personale è in ferie. Peraltro, il personale – che è pure alle prese con i tamponi – in diversi punti vaccinali è pronto a fare doppi turni, mentre in altri sono stati richiamati medici in pensione.



REGIONI VS ARCURI, MA ZAMPA “DEVONO CORRERE”

Rischia di aprirsi un altro fronte di scontro tra le Regioni e il Governo. Anche perché, stando alle parole di Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, i problemi emersi dipendserebbero solo dalle Regioni, aprendo così il rimpallo delle responsabilità. «Le Regioni devono correre, nessuna dose utilizzabile può attendere di essere usata anche solo per qualche ora. Usiamo anche le ore serali ma corriamo», ha scritto infatti su Twitter in merito al piano vaccinale anti Covid. Ma rallentamenti sono stati registrati anche all’estero, in particolare in Francia, mentre pure in Germania sono scoppiate le polemiche. Stella Kyriakides, commissario Ue alla Salute, allora ha spiegato che mentre «tutti ora guardano al ritmo delle vaccinazioni», in realtà «il collo di bottiglia al momento non è il volume degli ordini ma la carenza mondiale di capacità produttiva. Questo vale anche per Biontech». Kyriakides comunque è convinta che la situazione migliorerà: «Abbiamo negoziato dosi aggiuntive da Biontech e siamo pronti ad espandere ancora la capacità. Altre aziende, con cui abbiamo contratti, attendono l’ok. Se arriverà per tutti, l’Europa conterà su 2 miliardi di dosi, per vaccinare tutti i 450 milioni di europei e i suoi vicini». Il problema però in Italia è anche un altro: non si riescono neppure a inoculare tutte le dosi finora ricevute.

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