“Parlatene male, purché ne parliate” ammoniva Oscar Wilde. In uno sprazzo di memoria, il pubblicitario Lorenzo Marini pare abbia riesumato l’aforisma, traendone una delle pubblicità italiane a mio avviso più tristemente irriverenti di cui io abbia memoria. Lo spot pubblicitario delle patatine Amica Chips (come ovvio) aveva subìto tagli e modifiche a causa delle proteste di vari organismi di controllo pubblicitario; nella serata di ieri si è arrivati infine al ritiro da parte del committente.



Una vita davvero breve, quella del tv commercial Amica Chips, passato nel giro di un paio di giorni dall’online direttamente all’oblio dei Caroselli.

Lo spot patatine Amica Chips, ambientato in un convento, aveva come “key visual” (ovvero il clou dei 30 secondi) le patatine fritte finite nella pisside al posto delle Ostie, nel corso della Eucaristia.



Scambiare la Sacra Ostia con una patatina fritta, giocare sul rito della Santa Comunione per far vendere un pacco di chips in più al supermercato, rappresenta il de profundis dell’italica pubblicità, già creativamente morta e decotta da troppo tempo. Leggo che Lorenzo Marini “propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi televisivi tradizionali ma a stilemi narrativi social”.

Excusatio non petita… Se per “schemi tradizionali” si intende la morale comune, la religione più diffusa in Italia e nel mondo, non si tratta allora semplicemente di “linguaggio ironico”, ma di qualcosa di più.



Ed allora pongo una domanda all’autore di quello spot patatine Amica Chips: caro signor Marini, avrebbe lei avuto il coraggio di usare altrettanta di quella sua “ironia” su un simbolo sacro di un’altra religione, ad esempio la religione islamica?

Lo spot gioca sul cuore, l’essenza stessa della teologia cristiana, non su un elemento secondario: per noi cattolici l’ostia è il Corpo di Cristo.

E sul Corpo di Cristo, caro Marini, noi cristiani non possiamo rimanere indifferenti quando venga usato per la pubblicità di un prodotto di largo consumo. Né che lo si usi in modo serio, né in modo ironico.

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