Daniele Spirito, specialista in chirurgia plastica a Roma e Como, e docente presso la scuola di specializzazione in Chirurgia plastica dell’università di Milano, ha rilasciato un’intervista al magazine Specchio, di La Stampa. Il focus della chiacchierata, il bisogno quasi estremo di ritocco estetico, anche nei giovanissimi, causato dalla pandemia: “Non basta più semplicemente metterci la faccia – spiega – ma aumenta il bisogno di mettercela al meglio delle proprie possibilità, ricorrendo a trattamenti estetici e interventi chirurgici”.
Come racconta il dottor Spirito, la pandemia ha fatto “emergere paure e insicurezze legate al proprio aspetto che molti di noi pensavano di non avere”. Il viso resta ovviamente la parte che si tende maggiormente a perfezionare, tenendo conto anche che durante il lockdown: “La faccia è stata l’unica cosa che colleghi, amici, famigliari e conoscenti hanno visto di noi per molto tempo tramite videochiamate, teleconferenze ecc”. Il dottor Spirito spiega inoltre che non tutti si rendono conto che “l’immagine del nostro viso che restituisce uno schermo è quasi sempre distorta da quella reale”, di conseguenza vi sono pazienti che si lamentano non del proprio naso “ma di come viene in foto”.
“RITOCCHI ESTETICI FIN DAI 14 ANNI”, DOTTOR SPIRITO: “I PIU’ GRANDI INVECE…”
E come detto sopra, le richieste scattano ora fin da giovanissimi: “Già a partire dai 14 anni d’età o addirittura anche prima. Sono ragazzi che soffrono il disagio e che soffrono le prese in giro dei compagni per lo più a causa dell’acne, di orecchie a sventola o di nasi molto pronunciati”. Diverse invece le richieste dei pazienti adulti: “Chiedono spesso un restyling d’insieme, un nuovo volto giovane e fresco”, e ancora: “Un rimodernamento completo del viso in grado di assicurare in un colpo solo sguardo accattivante, sorriso sensuale e qualche anno in meno”.
In ogni caso “l’indicazione generale – aggiunge il dottor Spirito – è quella di aspettare di avere i 18 anni e una maggiore consapevolezza di se”, e ancora: “E’ una cosa che ogni chirurgo sa – conclude – e che deve tenere a mente prima di mettere il bisturi su un paziente minorenne”.