ONU CHIEDE INDAGINE IMPARZIALE SULLA MORTE DI NAHEL IN FRANCIA

La morte di Nahel, il giovane ragazzo di 17 anni ucciso in Francia da un poliziotto in circostanze ancora da chiarire, ha destato un’accesa querelle nell’opinione pubblica, al punto da scatenare anche accese rivolte. Il fatto ha però attirato l’attenzione anche dell’ONU che, tramite un suo organismo, il CERD (Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale) ha richiesto un’indagine “approfondita e imparziale”, e che i presunti responsabili, “se riconosciuti colpevoli siano puniti “in modo commisurato alla gravità del crimine”.



In base al video fatto circolare su Twitter emergerebbe come la dinamica dei fatti sia stata diversa rispetto a quanto dichiarato dalla polizia francese. Nahel non avrebbe cercato di investire i poliziotti. Il poliziotto francese avrebbe al contrario sparato al giovane appena quest’ultimo ha cercato solo di partire con l’auto. Dopodichè Nahel si è schiantato con la vettura morendo per le ferite di armi da fuoco. Di qui l’esigenza di indagare.



CASO NAHEL, IL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI SEMBRA NEGARE L’EVIDENZA

L’aspetto che più preme al CERD è quello discriminatorio. Il sospetto consisterebbe infatti in una possibile azione del poliziotto dettata da ragioni di discriminazione. A tal proposito l’organismo dell’ONU raccomanda alle autorità di “affrontare in via prioritaria le cause strutturali e sistemiche di discriminazione razziale“, soprattutto all’interno della polizia. Nota sarebbe infatti la pratica della “profilazione razziale in operazioni di polizia, controlli di identità discriminatori”, che colpiscono in particolare le persone di origine etnica africani e arabi. Chiede infine che le autorità francesi adottino una legislazione che vieti queste pratiche.



Dal canto suo il ‘Quai d’Orsay’ non ha ben gradito né il sollecito né i dubbi avanzati dal CERD, giudicando il tutto ‘eccessivo‘. Per Parigi “qualsiasi accusa di razzismo o discriminazione sistemica da parte delle forze dell’ordine in Francia è infondata”. Il Ministero degli Affari Esteri ha poi voluto porre l’attenzione su una politica volta al totale rispetto dei diritti umani.