Migliaia di persone in strada: fa uno strano effetto vedere gli albori di quella che qualcuno ha già ribattezzato la (contro)-rivoluzione a Cuba. Gli errori in materia economia, la pandemia, le sanzioni americane: un cocktail forse letale per i successori di Fidel Castro al governo nel Palazzo della Rivoluzione di L’Avana. Il presidente Miguel Diaz-Canel, l’uomo succeduto a Raul Castro alla presidenza del regime, non sembra però aver ereditato il modo di fare di Fidel. Fu proprio il Lider Maximo, nel 1994, in occasione di una protesta di grandi dimensioni che prese il nome di “maleconazo“, a riportare la situazione sotto controllo incontrando i dimostranti. All’epoca c’era da fare i conti con la crisi derivata dal crollo dell’URSS e dalla conseguente fine degli aiuti di marca sovietici nel mezzo del cosiddetto “periodo especial”. In questo caso, sebbene la matrice sia diversa, i problemi della gente cubana non si allontanano più di tanto da quelli di allora.
RIVOLUZIONE CUBA: DIAZ-CANELO SFIDA BIDEN
Manca il cibo nei piatti, la gente è alla fame, per diverse ore al giorno si verificano black-out: il Paese è allo stremo e la rabbia della popolazione si fa sentire. C’è chi sceglie di cercare fortuna altrove, di inseguire un posto al sole negli Stati Uniti, se serve rischiando la vita sulle “balsas”, zattere di fortuna. Quel che è cambiato rispeto al “maleconazo” di quasi 30 anni fa è proprio l’atteggiamento dei governanti: non c’è più un Fidel pronto a prendere in mano le redini della situazioni. Il presidente Diaz-Canel si è trincerato nel palazzo, sono seguiti centinaia di arresti. La guida di Cuba, per ora, preferisce seguire le orme del vicino venezuelano Maduro e perseguire lo scontro ideologico con gli Usa: “Gli Stati Uniti volevano distruggere Cuba, ma non ci sono riusciti, nonostante abbiano speso miliardi di dollari par farlo. Se il presidente americano ha davvero a cuore il popolo cubano e una preoccupazione di tipo umanitario potrebbe eliminare un embargo economico e finanziario che dura dal 1962, e come primo passo cominciare a revocare le ulteriori 243 misure restrittive introdotte dal suo predecessore Donald Trump, di cui più di 50 imposte crudelmente durante la pandemia“. Una risposta veemente alle parole di Biden, che aveva dichiarato: “Il comunismo è fallito e Cuba è uno Stato fallito“.