Chi temeva un nuovo scossone all’interno del governo dopo la condanna di Edoardo Rixi, dovrà ricredersi. Ieri il vice-ministro in quota Lega è stato condannato a 3 anni e 5 mesi per via delle cosiddette “spese pazze” nella regione Liguria, e subito dopo la sentenza lo stesso esponente del carroccio ha fatto un passo indietro annunciando le dimissioni. La conferma è giunta in serata anche da parte del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che come riferisce l’agenzia Ansa ha diramato una breve nota in cui ha spiegato: «Il viceministro Edoardo Rixi mi ha comunicato la sua determinazione a rassegnare le proprie dimissioni dall’incarico di governo, a seguito del pronunciamento nei suoi confronti da parte del Tribunale di Genova. Desidero ringraziarlo per la sensibilità istituzionale manifestata e per il proficuo contributo fin qui fornito alle attività di governo. Desidero inoltre esprimere a lui e alla sua famiglia la mia personale vicinanza, con l’auspicio che le sue ragioni possano prevalere nei successivi gradi di giudizio». Anche il ministro dell’interno Matteo Salvini ha accolto le dimissioni del collega, ma subito dopo ha assegnato allo stesso un nuovo ruolo non istituzionale, quello di responsabile nazionale dei trasporti e delle infrastrutture della Lega, a conferma di quanto il vice-premier creda nell’onesta di Rixi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



RIXI CONDANNATO: ARRIVANO LE DIMISSIONI

Nuove reazioni dal mondo della politica dopo la condanna ad Edoardo Rixi per il caso Spese pazze, che ha portato il sottosegretario alle dimissioni. Il sindaco di Genova Marco Bucci ha spiegato: «Nel completo rispetto per il lavoro della Magistratura, confermo che Edoardo Rixi rappresenta per me un esempio di politica efficace e amministratore illuminato. Una persona che ama la sua città, la sua regione e il suo Paese e lo ha dimostrato nei diversi ruoli che ha svolto, non ultimo l’incarico di Governo. Le sue dimissioni da vice ministro alle Infrastrutture mi preoccupano per le tante partite aperte che interessano il nostro territorio. Sono confidente che i prossimi gradi di giudizio possano dimostrare la sua innocenza». Queste, invece, le parole del governatore di Regione Liguria Giovanni Toti: «Dolore per la condanna dell’amico Edoardo Rixi. Nel rispetto del lavoro della Magistratura, continuo a ritenere Edoardo una persona onesta e sono certo che lo proverà nel prosieguo della vicenda processuale. Resto anche convinto che, come recita la nostra Costituzione, ogni persona sia innocente fino al terzo grado di giudizio e dovrebbero ricordarselo anche quei ministri del M5S, che sulla Costituzione hanno giurato. Da Presidente di Regione inoltre sono assolutamente preoccupato per la perdita di un riferimento fondamentale per la Liguria, i suoi porti e le sue infrastrutture, già messe a rischio dalle spericolate politiche del Ministro Toninelli. Credo che i nostri concittadini sapranno valutare tutto questo, come hanno saputo fare in questi quattro lunghi anni di collaborazione con l’amico Rixi e che continueranno a riconoscerne il valore e la capacità di uomo politico della nostra regione. A Edoardo solo un abbraccio». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“GRAZIE PER IL BENE DEL GOVERNO”

«Spero che Rixi e Siri tornino a fare i Sottosegretari»: Salvini ha accettato le dimissioni del suo uomo al Ministero dei Trasporti (entrambi, con Siri, dimessi/fatti dimettere dopo inchieste giudiziarie) ma non perde l’occasione di rimarcare come giudici e M5s devono ben stare attentati ad utilizzare la giustizia come presunta “battaglia politica”. «Ringrazio Edoardo che ha avuto la sensibilità di dimettersi un secondo dopo aver saputo della condanna» ha poi aggiunto sempre Salvini dopo un Question Time al Senato della Repubblica, mentre la sentenza del caso Spese Pazze in Regione Liguria ha di fatto scongiurato una crisi di Governo che avrebbe potuto scattare già questa sera. «Il viceministro Edoardo Rixi mi ha comunicato la sua determinazione a rassegnare le proprie dimissioni dall’incarico di governo, a seguito del pronunciamento nei suoi confronti da parte del Tribunale di Genova. Desidero ringraziarlo per la sensibilità istituzionale manifestata e per il proficuo contributo fin qui fornito alle attività di governo. Desidero inoltre esprimere a lui e alla sua famiglia la mia personale vicinanza, con l’auspicio che le sue ragioni possano prevalere nei successivi gradi di giudizio», sono invece le parole del Premier Conte in una nota da palazzo Chigi dopo la “chiusura” del caso Rixi che rischiava di mettere in grossa difficoltà proprio l’arbitro dell’equilibrio tra Lega e M5s.



RIXI SI DIMETTE E SALVINI LE ACCETTA SUBITO

Il caso Siri è durato settimane, quello di Rixi (forse) 5 minuti: una volta ricevuta la condanna in primo grado a Genova, il Viceministro della Lega ha rassegnato le sue dimissioni a Salvini (e non al Premier Conte, stranezza politica tutt’altro che marginale, ndr) «Le ho consegnate a Salvini, non voglio mettere in difficoltà il governo. Sono tranquillo. Ho sempre agito per il bene degli italiani. Conto sull’assoluzione perché non ho mai commesso alcun reato, ma per l’amore che provo per l’Italia». Pochi istanti dopo, arriva la conferma dello stesso leader Lega che annuncia di aver accettato le dimissioni del suo amico e collega Rixi, ponendo fine prima di combinare alle polemiche già lanciate dal M5s un secondo dopo la condanna per le “spese pazze” in Liguria. «Ringrazio Edoardo Rixi per l’incredibile lavoro svolto fino ad ora. Da tempo ho nelle mani le sue dimissioni, che accetto unicamente per tutelare lui e l’attività del governo da attacchi e polemiche senza senso»; per il Ministro degli Interni, la mossa di Rixi è encomiabile e per questo «Oggi stesso lo nomino responsabile nazionale trasporti e infrastrutture della Lega, riconoscendogli capacità e onestà assolute. Io rispetto le sentenze e conto su una assoluzione a fine processo, ma trovo incredibile che ci siano spacciatori a piede libero, e sindaci, amministratori e parlamentari accusati o condannati senza uno straccio di prova».

RIXI CONDANNATO, GOVERNO NEL CAOS

Edoardo Rixi è stato condannato a 3 anni e 5 mesi per peculato all’interno del processo “Spese pazze” in Liguria: la sentenza di primo grado è arrivata in anticipo appena prima delle ore 13, per decisione del Tribunale di Genova nel merito dell’inchiesta che vedeva alla sbarra il Viceministro Lega assieme ad altri ex consiglieri liguri su vicende tra il 2020 e il 2012. Il pm Francesco Pinto aveva chiesto per lui una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione, ma i magistrati hanno addirittura aumentato di un mese la condanna per le “spese pazze” in Regione. «Rixi avrebbe tra l’altro approvato i rendiconti delle spese senza verificare se fossero attinenti al ruolo di consigliere. Tra le spese contestate, anche rimborsi di viaggi sostenuti da collaboratori ma le cui pezze giustificative erano a nome dei consiglieri per complessivi 30 mila euro», è la posizione della Procura di Genova riportata dal Secolo XIX. A questo punto il nuovo scontro in seno al Governo è servita, con Stefano Buffagni che non vede particolari “problemi”, visto che con la condanna «Rixi deve dimettersi, contratto di Governo non lascia dubbi nel merito»; il grillino fa riferimento al passaggio in cui è scritto nero su bianco che non potranno sedere al Governo politici con condanne in alcuni determinati settori compresi dalla sentenza di condanna ricevuta oggi dal Viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture in quota Lega. A questo punto, Rixi potrebbe incorrere in una sospensione fino a 18 mesi dalla carica di deputato conquistata alle elezione del 2018: come spiega il Secolo XIXI, «non sarebbe invece automatica la decadenza da viceministro, non trattandosi di una nomina “elettiva”». L’avvocato di Rixi, intercettato fuori dalla Procura, sostiene «Edoardo è innocente, ricorriamo di sicuro in appello».

SCONTRO GOVERNO SUL CASO-RIXI

Da settimane sul calendario del Governo era cerchiata in doppio colore rosso la data del 30 maggio, ovvero del “nuovo caso Siri”: già perché oggi si attende la sentenza su Edoardo Rixi, Viceministro Lega ai Trasporti, imputato per le cosiddette “spese pazze” in Liguria. Se venisse condannato di certo esploderà un nuovo scontro nel Governo, già alle prese con la possibile crisi interna data dal parallelo voto su Rousseau per la conferma della leadership a Luigi Di Maio dopo la batosta elettorale alle Europee per il M5s, ma anche per la lettera Ue sulla possibile multa da pagare per aver sforato sul deficit/Pil. Insomma, un periodo piuttosto “intenso” cui di certo non serviva un focolaio così potenzialmente letale come un altro caso Siri dopo che “l’originale” aveva già fatto rischiare di far saltare il banco a Palazzo Chigi un mese fa. Rixi, uomo di fiducia di Salvini, è imputato nel processo per le ‘spesepazze‘ a carico di consiglieri ed ex consiglieri regionali liguri: il procuratore aggiunto Francesco Pinto per lui aveva chiesto la condanna a tre anni e quattro mesi, perché accusato di aver preso rimborsi con soldi pubblici spese passate come istituzionali come «cene, viaggi, gite al luna park, gratta e vinci, ostriche, fiori» come spiega Telenord.

RIXI, LA SENTENZA CHE PESA SUL GOVERNO

La sentenza arriverà nel pomeriggio ma il M5s ha già fatto sapere da più parti che se condannato il Viceministro dovrà dimettersi all’istante. Di contro la Lega, per bocca del capogruppo al Senato Romeo, ha chiaro che in ogni caso «Rixi resta al suo posto». Pesano però le parole di chi nelle ultime ore è rispuntato come possibile “nuovo leader” dei 5Stelle in difficoltà, Alessandro Di Battista, che sulla vicenda Rixi ha annunciato «che Rixi, se condannato, si debba dimettere non lo dice solo il contratto ma la morale comune. Io non posso pensare che Salvini, dopo aver vinto le elezioni, possa mandare tutto a carte quarantotto per difendere un condannato». La “solfa” è la medesima del caso Siri, con il Sottosegretario che però in quel caso era soltanto indagato e fu fatto dimettere da Conte dopo un braccio di ferro durato settimane. È proprio lui a difendere oggi Rixi facendo sapere a La Stampa, «Secondo me anche se sarà una sentenza di condanna non deve dimettersi. Una persona è innocente fino al terzo grado di giudizio. Non credo proprio che Salvini sarà d’accordo con un’eventuale richiesta di dimissioni». Ora si attende la sentenza, ma l’impatto che potrà avere una eventuale condanna potrebbe non essere una semplice “scaramuccia” politica ma causare un’autentica crisi di Governo, specie nelle condizioni attuali del rapporto Conte-Salvini-Di Maio dato “ai minimi storici”