Poco fa, Robbie Williams ha parlato ancora una volta della sua vita a Vanity Fair, in occasione dell’uscita del film a lui dedicato, “Better Man“. La straordinaria icona anni ’90 e autore di brani intramontabili come “Angels” e “Back For Good“. Prima di lavorare come solista ha anche fondato i Take That per poi invece continuare come solista. I suoi concerti, famosi per essere sempre stati pienissimi hanno fatto la storia della musica, e online si possono ancora vedere le meravigliose clip con folle sterminate di fan in adorazione di Robbie Williams.
Eppure, la vita del cantante non è stata sempre rose e fiori, ma tante sono state le sfide che l’artista ha dovuto affrontare, e tra queste, i pregiudizi sulla sua carriera con i Take That. In effetti, nel nostro Paese è stata perpetrata per lungo tempo la diceria secondo la quale lui fosse stato il “cattivo” che ha portato il gruppo a sciogliersi, cosa che Robbie Williams non ha mai condiviso e anzi, fatto soffrire molto. “Non ci sono veri cattivi nella band“, ha confessato il cantante, “Eravamo solo ragazzi che cercavano di capire chi fossero, immersi in un ambiente tossico ed estremo“.
Robbie Williams, il racconto straziante sugli Oasis: “Mi facevano sentire inferiore, mi odiavano”
Robbie Williams non ha mai nascosto di aver sofferto per via delle dicerie sul suo conto, ma fortunatamente non si è mai arreso. All’epoca aveva lasciato la band, per poi rifarsi una vita da solista. Una scelta questa, che lo ha portato ad un maggiore successo, rivelatasi quindi vincente per la sua carriera. Ma Robbie Williams si toglie qualche sassolino dalla scarpa a Vanity Fair, raccontando anche dello strano rapporto con gli Oasis, gruppo che proprio quest’anno si è rimesso in gioco con un tour in Inghilterra dopo ben 20anni.
Di loro ha detto che all’epoca lo snobbavano, forse perchè lui era il frontman di una “boy-band”, caratteristica poco apprezzata dal duo e dalla cultura musicale di allora. “Penso che rappresentassero il simbolo dello snobismo che caratterizzava l’industria musicale“, ha continuato Robbie Williams, spiegando di aver vissuto molto male quei momenti, in cui si sentiva inferiore rispetto agli altri. La sua percezione, era quella di essere odiato dai suoi coetanei, sensazione che non lo aiutava affatto a sentirsi meglio. Oggi, fortunatamente, il suo è diventato un nome segnato nella storia della musica e Robbie ha di certo rivendicato tutte le ingiustizie subite dai colleghi.