Il premier slovacco Robert Fico, ferito in un attentato oggi, è una figura politica molto discussa e controversa in Slovacchia, di cui è stato eletto primo ministro quattro volte, cioè nel 2006, 2012, 2016 e nel 2023. Quando aveva appena 28 anni, nel 1992, divenne parlamentare col partito di sinistra, nato da quello comunista, poi fondò il partito socialdemocratico SMER, fino a diventare un populista alla ricerca di sponde nell’estrema destra. Per questo gli osservatori e analisti politici si sono spesi in definizioni molto dure, come un «cinico» e «assetato di potere» pronto ad usare le sue «mille facce» ad ogni occasione, perché da filo europeo si è mostrato poi contro l’Europa. Ad esempio, nel 2013 si presentò a Washington, nonostante in Slovacchia avesse detto che gli americani non erano i loro partner più stretti e che tra i loro alleati c’era pure la Russia. Un anno dopo, in seguito all’invasione della Crimea, il suo ministro degli Esteri votò in Europa a favore delle sanzioni contro la Russia, mentre lui in patria affermava che le sanzioni non erano efficaci.



Peraltro, Robert Fico sembra finito dal punto di vista politico solo cinque anni fa, in particolare in seguito all’omicidio del giornalista Jan Kuciak e della sua fidanzata: ci furono proteste in piazza contro la corruzione del suo governo e il premier fu costretto a dimettersi. Il suo partito nel 2020 non riuscì a vincere le elezioni, cosa che non accadeva dal 2006, eppure Robert Fico è riuscito a farcela per il quarto mandato, usando toni aggressivi che gli sono valse accuse di xenofobia e di essere filorusso: lo scorso 30 settembre ha vinto le elezioni in Slovacchia con il 22,9% dei voti. Il premier 59enne guida un governo di coalizione formato da Smer-Sd, Hlas-Sd e Partito nazionale slovacco (Sns) di estrema destra, alleanza per la quale lo Smer è stato espulso dal Partito socialista europeo.



LE ORIGINI DI ROBERT FICO E LE “OMBRE” SUI SUOI LEGAMI

Di umili origini, Robert Fico è rimasto orfano di padre, un conducente di carrello in fabbrica morto presto, quindi è cresciuto con la madre, che faceva la commessa. L’iscrizione al partito comunista risale all’età di 19 anni, poi ha sposato Svetlana Ficova, avvocato e professoressa, figlia di un potente giudice comunista: i due erano compagni di classe quando studiavano giurisprudenza all’Università Comenius di Bratislava e hanno avuto un figlio, Michal, che ha studiato Economia. Peter Bardy, direttore di Aktuality, giornale per il quale lavorava Kuciak, e autore di un libro proprio sul premier slovacco, ha raccontato al Corriere della Sera del suo amore per Maria Troskova, ex fidanzata di Antonio Vadalà e sua consigliera prima delle dimissioni del 2018.



Ebbene, il giornalista ucciso stava indagando sui legami di Vadalà e della ‘ndrangheta con le autorità slovacche quando è stato ammazzato: il suo omicidio «ha segnato la fine della relazione tra Fico e Maria Troskova». Poco dopo il suo ultimo insediamento, si è formato un movimento di protesta per il suo progetto di eliminare l’ufficio del procuratore speciale, che si occupa di corruzione e criminalità organizzata, e che si era occupato di alcune vicende che coinvolgevano il partito di Robert Fico.