Robert Kubica si racconta in una intervista per Vanity Fair: “Dopo ogni incidente, la vita riprende. Ma dobbiamo accettare che sia diversa e cambiare le nostre abitudini”. Il pilota polacco parla per esperienza: il grave incidente subito a febbraio 2011 durante un rally ha spezzato la brillante carriera in Formula 1 di Kubica, per il quale era di fatto già pronto un futuro in Ferrari. Il polacco non si è arreso ed è tornato a fare ciò che ama di più, cioè guidare, correndo l’anno scorso con la Williams, mentre in questo 2020 è collaudatore dell’Alfa Romeo. O almeno dovrebbe esserlo: sappiamo che Coronavirus ha stravolto tutto, Formula 1 compresa.
Proprio per questo però la lezione di vita di Robert Kubica potrebbe essere significativa per tutti. Vive questo periodo nella sua casa di Montecarlo, da cui esce “solo per fare la spesa, una volta alla settimana. E anche velocemente! Ma io ho esperienza di essere bloccati in un posto. Certo, è diverso da nove anni fa, quando lottavo per la sopravvivenza prima e per recuperare la mia condizione fisica poi. Oggi stiamo vivendo tutti assieme una situazione inattesa contro un nemico invisibile e sconosciuto”.
ROBERT KUBICA: DUBBI SULLA FORMULA 1 PER IL 2020
Robert Kubica sicuramente si immaginava un 2020 ben diverso, appunto come tester Alfa Romeo in Formula 1 ma anche come pilota nel campionato Dtm con la Bmw: come “prendere Cristiano Ronaldo e farlo giocare in Serie A con la Juventus e in Champions League col Barcellona”, ammette il polacco. Ma “le persone che lavorano con me sapevano quanto volevo gareggiare e mi hanno lasciato libero. Poi tutto è cambiato, ed è difficile capire cosa succederà: naturalmente vorremmo riprendere appena possibile, ma solo se la situazione sarà sicura. Per me la salute ora è la priorità”, come è normale che sia per chi ha già visto la morte in faccia.
Robert Kubica è molto prudente sulla ripartenza della Formula 1: “Mettere in piedi una gara è molto difficile e gli organizzatori faranno i loro ragionamenti per recuperare il più possibile. Per esempio, per limitare i rischi c’è chi propone Gran Premi senza pubblico, ma accorciando i tempi si gioca col fuoco. Inoltre, dopo uno stop così lungo e con l’economia ferma, tante persone avranno nuove priorità: non tutti potranno permettersi di andare a vedere un GP. Anche in quel senso, dovremo venire incontro al pubblico”.
ROBERT KUBICA: LE SFIDE CON LA “MANO SINISTRA”
Robert Kubica offre il suo consiglio per rialzarsi, essendoci già passato: “Questo periodo avrà grandi conseguenze su tanti aspetti. Io nel 2011 ho fatto molta fatica a riprendere in mano la mia vita: per un anno mi sono pianto addosso e mi svegliavo a ogni ora della notte per muovere il braccio, perché altrimenti avrei perso l’uso delle dita. Ma, soprattutto, ero molto incazzato perché non riuscivo a fare le cose come prima. Ero destro e, dopo l’incidente, mi impuntavo a fare tutto con quella mano, che ancora oggi ha grandi limitazioni. Poi, un giorno ho capito che invece dovevo imparare a fare le stesse cose, ma in un modo diverso. Dal legarsi le stringhe delle scarpe fino a guidare una Formula 1″.
Kubica dunque è un destro che ha imparato ad essere mancino per superare le difficoltà della vita. Servirà dunque a tutti imparare ‘ad usare la mano sinistra’ anche se “non sarà facile né rapido – avverte il pilota -. Ci ho lavorato sei anni per arrivare al Robert di oggi. Cambieranno le nostre abitudini, ma ciò non vuol dire che la vita non tornerà a darci soddisfazioni”.