Roberta Bellesini, chi è la moglie del compianto Giorgio Faletti: il primo incontro
Oggi pomeriggio buona parte della nuova puntata de La volta buona sarà dedicata al ricordo del grande Giorgio Faletti. Caterina Balivo accoglierà infatti in studio la sua compagna di vita e moglie Roberta Bellesini, che è stata sino all’ultimo al fianco del compianto scrittore e attore. Il loro amore non è mai finito al centro dei riflettori, grazie soprattutto al loro carattere schivo e riservato con il quale hanno tutelato la propria storia d’amore senza dare adito ad eccessivi pettegolezzi.
Di Roberta Bellesini sappiamo che è un architetto di professione e che il primo incontro con Giorgio Faletti avvenne nel 2000. La coppia si conobbe in quell’anno durante un ricevimento ad Asti, presso la casa di un amico in comune. Scoccò subito la scintilla e da quel momento in poi la coppia non si è mai più lasciata, per poi convolare a nozze e dare vita ad una romantica e riservatissima storia d’amore. La loro relazione è proseguita fino al 2014, anno della morte dello scrittore.
Giorgio Faletti, il ricordo della moglie Roberta Bellesini: “Aveva paura che…“
Roberta Bellesini è tuttora legata a Giorgio Faletti e al ricordo non solo del marito, ma anche della produzione letteraria che l’ha reso celebre come scrittore in tutta Italia. In un’intervista rilasciata a Repubblica nel giugno 2021, la Bellesini aveva rivelato: “Mio marito ha venduto dieci milioni di libri, eppure era sempre insicuro, un perfezionista esagerato. E quando si ammalò, temeva l’oblio più della morte. Aveva paura che dei suoi libri non si sarebbe ricordato nessuno e nei primi due anni senza Giorgio questo era anche il mio incubo. Poi ho capito che lui è sempre amato, letto e seguito”.
Faletti temeva di essere dimenticato ma, alla fine, è ancora oggi nel cuore di numerosissime persone. La moglie, nel corso dell’intervista, aveva anche ammesso che nessuno all’inizio avrebbe scommesso sulla carriera di Faletti come scrittore. Alla fine, però, è riuscito a far ricredere i più scettici: “Dopo ogni suo romanzo mi ripeteva: ‘Roberta, non saprò più scrivere una cosa bella come questa’. E invece ci riusciva”.