Continuano, in quel di Lecce, le indagini sul suicidio di Roberta Bertacchi, al 26enne originaria di Milano che si è impiccata con una sciarpa che le aveva regalato il suo fidanzato, rinvenuta la mattina del 6 gennaio. Subito dopo la scoperta del corpo gli inquirenti hanno subito puntato i riflettori sul fidanzato, Davide Falcone, 35enne di Casarano, che allo stato attuale non risulta indagato e fu ascoltato solo come persona ‘a conoscenza dei fatti’. Nel frattempo è stata disposta, ed eseguita, l’autopsia sul corpo di Roberta Bertacchi, grazie alla quale si è appurato scientificamente che si tratterebbe di un caso di suicidio, secondo la famiglia della 26enne, tuttavia, indotto.
Le nuove testimonianze sul suicidio di Roberta Bertacchi
Roberta Bertacchi, insomma, si è suicidata nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, utilizzando una sciarpa che le aveva regalato il suo fidanzato, Davide Falcone. Questi, interrogato dalla polizia nel corso delle indagini, ha ammesso che poche ore prima della morte della ragazza avevano litigato, per poi sostenere che l’avesse semplicemente riaccompagnata a casa dove l’avrebbero, infine, raggiunta altri amici. Il litigio fu confermato da alcuni presenti nel locale in cui si svolse, ma ora sono emersi nuovi dettagli.
Infatti, alcuni amici di Roberta Bertacchi, accogliendo la richiesta della madre a far luce sul suo suicidio e sugli eventuali responsabili, hanno raccontato che Falcone, dopo l’uscita dal locale “era in casa con noi“. L’uomo, secondo la loro versione, avrebbe lasciato tornare a casa da sola la ragazza, per poi raggiungerla in un secondo momento (dopo l’arrivo a casa sua degli amici) e riprendere il litigio avuto in precedenza. Falcone, sostengono gli amici, lasciò casa di Roberta Bertacchi assieme a loro attorno alle ore 3, prima del suicidio. Il 35enne, per ora, ha sempre negato ogni accusa di istigazione al suicidio ed, addirittura, omicidio che gli sono state rivolte, mentre interpellato dal Corriere si è detto addolorato per l’accaduto, sottolineando ancora una volta che “non ho mai fatto male a nessuno”. Racconta, dal conto suo, che “litigavamo, ma stavamo bene insieme e a maggio avremmo dovuto lasciare casa e ne stavamo cercando una insieme”.